Dal Vangelo secondo Marco In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
“la lontananza sai, è come il vento spegne i fuochi piccoli, ma accende quelli grandi . . . quelli grandi.” Così cantava Domenico Modugno nel 1970…
Non so perché pensando a Gesù che lascia fisicamente questa terra e gli affetti più grandi Maria sua Madre e gli Apostoli mi è venuto di canticchiare questo motivetto.
La sua presenza circoscritta ad un territorio ben preciso è destinata ad espandersi, il vento dello Spirito accenderà fuochi grandi. Un piccolo gruppo di uomini e donne impauriti e confusi che non avevano conseguito nessuna laurea proclamerà il Vangelo a ogni creatura accendendo nel cuore di ogni uomo un fuoco divorante che è l’AMORE di Dio che in Gesù si fa presente in ogni angolo della terra. Quello di Gesù non è un addio, ma un arrivederci! Il Verbo incarnato non ha abbandonato i suoi; la nostra relazione con Lui si è trasformata: non più fisica, ma sacramentale! Gesù scompare alla loro vista sensibile, torna al Padre pur promettendo una presenza reale. San Francesco d’Assisi ci aiuta attraverso un suo scritto ad entrare meglio in questa realtà: “Ecco, ogni giorno egli si umilia, come quando dalle sedi regali scese nel grembo della Vergine; ogni giorno viene a noi in umili apparenze; ogni giorno discende dal seno del Padre sull’altare nelle mani del sacerdote. E, come ai santi apostoli apparve in vera carne, così ora a noi si mostra nel pane sacro. E come essi, con i loro occhi corporei, vedevano soltanto la sua carne ma lo credevano Dio poiché lo contemplavano con gli occhi dello spirito, così pure noi, vedendo con gli occhi del corpo il pane e il vino, dobbiamo vedere e credere fermamente che sono il suo santissimo corpo e sangue vivo e vero. In tal modo il Signore è sempre con i suoi fedeli, così come egli dice: Ecco, io sono con voi sino alla fine del mondo.”
Gesù è tra noi tramite i segni sacramentali ma anche nel volto di ogni fratello che incontriamo in maniera particolare in coloro che noi stessi mettiamo ai margini della società.
“Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.”
Partirono e predicarono dappertutto…Gesù li spinge a pensare in grande e a guardare lontano: il mondo è vostro. E lo fa perché crede in loro, nonostante abbiano capito poco, nonostante abbiano tradito e rinnegato, e molti dubitino ancora. Questo atteggiamento di Gesù dovrebbe farci saltare di gioia. Nel dare fiducia ai suoi discepoli di quel tempo da fiducia ad ogni discepolo di ogni tempo compreso me che scrivo e tu che leggi. Dio crede in noi, sa che possiamo accendere il fuoco del suo amore e contagiare chi ci sta accanto. Guardando però la realtà che ci circonda dove assistiamo quotidianamente ad ingiustizie e violenze inaudite, tutto ciò ci sembra utopico. È vero senza il Signore è un’utopia, è il Signore che agisce in noi, è in sinergia con noi quando annunciamo con la vita e non solo con le labbra la sua Parola, ci da linfa e forza, non siamo mai soli. Gesù è energia che opera con noi per la vita, è con noi in ogni nostro gesto di bontà, quando porgiamo una parola fresca e viva, quando costruiamo pace.
Imporranno le mani ai malati e questi guariranno.
Imporre le mani è riservato ai presbiteri ma ognuno di noi può “ imporre” le mani sopra qualcuno, come una carezza, come un gesto di affetto e di cura
Non si può neppure cominciare a parlare di morale, di etica, di vangelo, se non si prova un sentimento di cura per qualcosa o per qualcuno. Il lebbroso di Assisi comincia a guarire quando Francesco lo abbraccia; ritorna uomo quando è accolto così com’è, ancora malato; ritorna pienamente uomo quando Francesco gli impone non solo le mani, ma l’abbraccio, il corpo a corpo. Se ti avvicini a chi soffre e tocchi, con mani e occhi che accarezzano, quella carne in cui brucia il dolore, potrai sentire una divina sinergia, sentire che «Dio salva, e lo fa attraverso persone» in un periodo che si parla continuamente di cambiamento, mettere in pratica ciò che abbiamo appena detto è il vero cambiamento dettato da Cristo Gesù.
La lontananza non si sente più perché il vento dello Spirito di Dio spegne i fuocherelli e accende un fuoco immenso nei nostri cuori che si nutrono di Cielo e comunicano Amore.
Buona domenica dell’Ascensione di Cristo.
Fra Giuseppe Maggiore