A Palermo una volta ho letto su un muro “A puvirtà non è vriogna” qualcuno scrisse sotto “ma mancu è priu”
E’ difficile crederci, ma mi hanno rubato la spazzatura. Anche il mio amico avvocato Giuseppe Di Miceli quando glielo raccontato mi ha sorriso, quasi per compiacermi, ma non mi ha creduto.
Chiarisco, non sono andato dall’avvocato per il furto della spazzatura, l’ho semplicemente incontrato e gli ho raccontato l’inverosimile accaduto.
Del “furto” dei rifiuti, intanto, ne sono perfettamente a conoscenza i dipendenti comunali dell’ufficio di igiene che ancora li cercano.
Ma è meglio incominciare dall’inizio. Ho fatto la pulizia del magazzino e tra le tante cose da buttare c’era anche un cigno imperiale imbalsamato, un regalo di molti anni fa, ormai del tutto rovinato. Al momento l’isola ecologica è chiusa e, quindi, mi sono rivolto ai responsabili comunali del servizio, che mi hanno invitato a depositare tutto il materiale da conferire, cigno compreso davanti alla porta, mentre loro si sarebbero interessati a ritirare i rifiuti l’indomani di buon mattino.
Il problema è che gli operatori ecologici l’indomani non hanno trovato nulla da recuperare. Non hanno trovato nulla e del fatto hanno informato i responsabili del servizio, che a loro volta si sono recati nella via e hanno verificato che i rifiuti non c’erano. La via era quella, il civico pure, ma non c’era nulla da ritirare. Mi chiamano. “Scusami, non abbiamo trovato i rifiuti, per caso li tieni dentro il magazzino?” E no! Li avevo messo fuori. Qualcuno avrà preso i rifiuti.
Ora, l’impressione di essere “derubato” dal particolare servizio l’ho sempre avuta, si paga tanto, anzi tantissimo, a fronte di una qualità dello stesso non certamente adeguata, ma non avrei mai immaginato di essere anche vittima di un “prelievo” di spazzatura, ché di prelievo si tratta.
Ed entriamo nell’altra parte della storia, quella che ci farà riflettere sul bisogno dei più deboli e della mancanza di lavoro. Anche questa è storia vera della nostra città. Di notte nostri concittadini, prima del passaggio dei netturbini, vanno alla ricerca del rifiuto facilmente vendibile, oggetti in ferro, fili di rame, batterie di auto e quant’altro per racimolare qualche euro. Una bella lezione per gli Enti pubblici che non riescono a ricavare il dovuto dalla raccolta differenziata. Ovviamente, sono contento del “prelievo” subito.