Giuseppe Maurizio Piscopo
Il racconto della brillante carriera del giornalista di origini favaresi in tv che lo ha reso familiare in ogni casa con uno stile impeccabile. Le sue rivelazioni: «Iniziai sin da bambino con le “telecronache” delle gite con i parenti…» Nonostante la giovane età ha già raggiunto ambiziosi traguardi e ricevuto prestigiosi riconoscimenti internazionali. E con la sua eccellente professionalità ha contribuito a risolvere gravi disservizi ed emergenze sociali. Da grande esperto analizza l’importanza dell’informazione corretta e dà fondamentali consigli per difendersi dalle false notizie. Poi svela il suo forte rapporto con la città d’origine, Favara. E con la sua encomiabile esperienza di impegno sociale spiega il modo in cui «i siciliani possono rilanciare una terra meravigliosa…»
Salvatore Fazio, nato ad Agrigento il 13 giugno 1982, è sposato con la giurista e docente favarese Francesca Piscopo ed è padre di una bambina, Samuela. Giornalista professionista e docente di Comunicazione, lavora a Palermo al Giornale di Sicilia e Telegiornale di Sicilia dove conduce Tg, e programmi televisivi. Cura interviste, dirette e servizi di cronaca e politica. Conduttore dal 2008 su Tgs e Rgs della trasmissione radiotelevisiva “Ditelo a Rgs” che dà voce a chi non ne ha contribuendo a risolvere i disservizi segnalati dai cittadini. Coinvolgente ed elegante conduttore anche del talk show di punta di calcio e intrattenimento “Tgs Studio Stadio”. Autore di inchieste di prima pagina sulla malasanità per cui ha ricevuto molteplici encomi dalle associazioni di pazienti per aver contribuito a risolvere disservizi delle strutture sanitarie. Autore di inchieste di primo piano sulla sicurezza stradale per cui ha ricevuto l’encomio dal Consorzio autostrade siciliane per aver contribuito al miglioramento delle condizioni delle strade siciliane.
Laureato con 110 e Lode in Giornalismo, Scienze della Comunicazione, con la tesi “Le ragioni di un segno, i cattolici e la politica nei percorsi di una rivista nata dal Concilio”. Impegnato nel sociale e nell’associazionismo. Dal 2000 lavora in tv, ha svolto il tirocinio professionale in Rai al TG1. Scrive anche per il quotidiano “La Stampa”. Ha presentato grandi eventi in Italia e all’estero ed è tra i più giovani presentatori del Mandorlo in fiore. Ha ricevuto il premio nazionale Giornalisti uffici stampa, il premio Principe d’Aragona e il premio internazionale Giornalismo “G. Sciacca” nella Città del Vaticano per il suo stile sobrio ma coinvolgente di comunicare con naturalezza e chiarezza le notizie al grande pubblico televisivo. Ha ricevuto anche il premio Liolà dell’Accademia di Sicilia per il suo profondo e attento impegno sociale svolto attraverso l’attività giornalistica.
Da bambino hai mai pensato che un giorno avresti fatto il giornalista? Quando hai iniziato a scrivere?
“Era il mio sogno. E ho iniziato a scrivere sin da bambino… ricordo che ancor prima di andare a scuola, realizzavo giornalini a casa con semplici testi e disegni e li facevo leggere ai parenti. In quello stesso periodo, quando mio padre utilizzava una telecamerina durante gite e feste, io mi divertivo a commentare le riprese e a fare interviste… A scuola poi mi è sempre piaciuto promuovere e curare i giornali scolastici… E’ sempre stata una passione innata quella di informarmi e informare… E la passione autentica è il motore più potente per svolgere il proprio servizio nel migliore dei modi”.
Come ricordi gli inizi della tua brillante carriera?
“Devo ringraziare Dio perchè posso fare quello che ho sempre sognato e voluto… E sopratutto posso farlo nella nostra terra di Sicilia che è sì una terra piena di difficoltà e problemi ma è meravigliosa e ha enormi potenzialità… Nel 2000 scrissi il primo articolo sul Giornale di Sicilia partecipando all’iniziativa “Cronaca in Classe” dedicata agli studenti delle scuole. Era un articolo dedicato ai giovani impegnati nel Giubileo a Roma. Subito dopo ne scrissi un altro sulla piscina comunale di Favara. E proprio durante un’intervista all’interno della piscina incontrai la troupe di Sicilia Tv, allora TVS Favara. Mi ricordo perfettamente quando un giorno, il primo maggio del 2000, la famiglia Sorce, editrice di Sicilia TV, mi chiese di collaborare per loro. Furono anni eccezionali che ricordo sempre con immensa gioia… Realizzammo servizi e programmi di altissima qualità che tantissime persone ancora oggi ricordano. E se riuscimmo a realizzarli bisogna dire grazie alla piena fiducia e stima dell’editore nei miei confronti.
Poi a Palermo già durante gli studi universitari mi venne proposto di collaborare per il Giornale di Sicilia e subito dopo mi sentii chiamare da Tgs che, visti i miei articoli, mi propose di lavorare per la tv. Stentavo a crederci ma quando arrivai in redazione scoprii che era tutto vero e così iniziai a lavorare per Telegiornale di Sicilia…”
Tu entri nelle case dei siciliani sempre con rispetto, quasi in punta di piedi, con un sorriso e tutti ti vogliamo bene perché fai parte della famiglia dei siciliani. Che cosa provi ogni volta che sei in onda?
“Avverto sempre una grande responsabilità… Vedo dietro l’obiettivo delle telecamere le migliaia di persone che mi seguono per informarsi… E penso a ciascuno di loro… Cerco di dare le notizie in modo più preciso e scrupoloso possibile perchè un popolo correttamente informato è un popolo libero. Informazione e sapere sono alla base della vita sociale. Ricordiamoci che ogni dittatura abolisce subito l’informazione libera. Soltanto se conosciamo quello che accade intorno a noi possiamo capire, farci un’opinione, scegliere in modo adeguato come agire, insomma possiamo vivere. Una democrazia è tale fino a quando viene consentito ai professionisti dell’informazione di svolgere con serenità e precisione il proprio lavoro e di riflesso se viene data la possibilità ai cittadini di informarsi adeguatamente”.
Tu sei un giornalista multimediale… Non solo tv, ma anche giornale, radio, web… Per te cos’è la radio?
“La radio rimane un mezzo immediato che ti consente di raggiungere gli ascoltatori e accompagnarli anche nei momenti in cui sono impegnati per esempio mentre lavorano in casa o guidano l’auto. Da anni ormai, conducendo “Ditelo in diretta” su Rgs, Radiogiornale di Sicilia, posso constatare il filo diretto che riesce a creare la radio: riceviamo migliaia di segnalazioni per disservizi e disagi nelle diverse città e mettiamo a contatto la gente con le istituzioni a cui chiedere risposte ai problemi segnalati. E spesso si riescono a risolvere tanti problemi aiutando la gente in difficoltà… Una bella missione e un bel servizio sociale da compiere ogni giorno”.
E la tv? E il web?
“La televisione rimane nelle case un mezzo di cui non si può fare a meno e con cui si ha una grande familiarità. Non è sufficiente informarsi attraverso i social soprattutto quando si perde di vista la fonte da dove arrivano le informazioni. Spesso mi capita di sentire: “L’ho letto su Facebook”. Ma magari non si sa da chi arriva una notizia. Allora ci si “disinforma” con le falsità. Mentre è fondamentale apprendere le notizie attraverso mezzi di informazione dove lavorano professionisti. Soprattutto quando si usano il web o i social si deve fare attenzione se la notizia arriva da una testata giornalista dove ci sono professionisti in grado di verificare le notizie. I nuovi media consentono di apprendere quello che accade nel mondo con immediatezza, ma questo non basta. Occorre approfondire attraverso programmi, notiziari, prodotti giornalistici e letture che consentono di conoscere veramente i fatti senza rimanere superficiali”.
Qual è il tuo rapporto con Favara?
“E’ lo scrigno delle mie origini. In essa restano salde le mie radici e sono fortemente legato ad essa. A Favara vivono i miei parenti e tantissimi amici. Quando è possibile vi torno con immensa gioia. Ma i continui impegni professionali mi impediscono di farlo come vorrei. Mi rattrista quando vedo emergere tanti, troppi elementi negativi su di essa. Mentre è sempre un’immensa gioia quando posso contribuire al benessere di Favara rilanciando buone notizie che la vedono protagonista in positivo e continuando a sostenere iniziative che avevo avviato da giovanissimo e che vedo proseguire con grandissima emozione… come l’impegno delle nuove generazioni che si rinnova tra gruppi e associazioni locali e che rappresenta linfa vitale per lo sviluppo sano della città”.
Cosa occorre fare per cambiare la mentalità dei siciliani?
“Bisogna prendere consapevolezza dei propri mezzi straordinari, delle enormi potenzialità e imparare a metterli correttamente e adeguatamente a servizio della collettività. Occorre imparare a fare squadra. Prendendo esempio dalla Carità espressa dal Vangelo ciascuno, facendo fino in fondo il proprio dovere e impegnandosi con dedizione e passione, può contribuire al benessere della comunità. Bisogna rafforzare nelle nuove generazioni, in cui ripongo grande fiducia, lo spirito di condivisione e l’amore vero per la propria terra. Occorre gettare le basi di un nuovo sviluppo. Sono stato costretto più volte per motivi di lavoro ad allontanarmi dalla Sicilia. Ogni volta che torno la amo sempre di più. E mi dispiace vederla soffrire. Poter lavorare in questa terra e servirla attraverso il mio impegno professionale mi riempie il cuore di gioia. Ma anche di responsabilità e di impegno. Mi fa tanto piacere quando sento che molti si sono trasferiti dal Nord o dall’estero in Sicilia perchè questa è una terra meravigliosa. Abbiamo un patrimonio straordinario che però noi siciliani non riusciamo a valorizzare per come potremmo e dovremmo. Dobbiamo crederci fino in fondo puntando e sostenendo veramente chi vuole impegnarsi su questa linea con lo spirito giusto”.