Ieri le motovedette della Capitaneria di Porto hanno bloccati due barconi a un miglio e mezzo dalla costa. Si inizia la stagione degli sbarchi.
Con l’approssimarsi della bella stagione, Lampedusa e le isole minori diventano mete predilette del turista che desidera immergersi nelle acque cristalline del Mediterraneo e scrollarsi di dosso il grigiore dell’inverno appena passato. Ma, purtroppo, Lampedusa, prima fra le altre, è anche meta di chi cerca di darsi una nuova possibilità; è meta di coloro che scappano dai loro Paesi, poveri o in guerra, alla ricerca di un futuro. La sua vicinanza con l’Africa la rende irresistibile agli occhi di questi moderni trafficanti di essere umani, i cosiddetti “scafisti”. Sono uomini, donne e bambini quelli che affrontano questi “Viaggi della Speranza”, che non sempre hanno esito positivo.
Il mar Mediterraneo diventa testimone solitario, ma capriccioso e vendicativo, del destino di questi Immigrati. Molti non hanno un nome perché, in questilunghi anni, di barconi che ha affondato molti. Ma è dalle parole dei sopravvissuti che veniamo a conoscenza che molti di loro non erano solo compagniinaspettati di viaggio, ma erano parenti, fratelli o cugini tra di loro. Di barconi ne arrivano due, tre alla volta se il mare è calmo. Solo ieri, dicevamo, le motovedette della Capitaneria di Porto ne hanno bloccati due a un miglio e mezzo dalla costa lampedusana. E’ un dramma perpetuo che,ahimè, non conosce fine. Solo le acque limpide del Mediterraneo ne stabiliscono il prezzo da pagare per la traversata.