Dopo venti, venticinque anni di servizio rischiano, questa volta seriamente, di trovarsi senza lavoro, senza sostegno economico. E’ il dramma che stanno vivendo, in questi giorni, i precari siciliani, impegnati negli enti locali.
Questa mattina quelli della Provincia regionale di Agrigento, all’indomani dell’incontro a Palermo con il governatore Crocetta, hanno deciso di fare sentire la loro rabbia. Padri e madri di famiglia, presi dalla disperazione, hanno occupato Aula Giglia.
“Se non si muoverà nulla nel giro di qualche giorno – afferma uno dei contrattisti – nel cuore della stagione estiva ci troveremo fuori. E questo non può e non deve accadere” – aggiunge.
I contrattisti sono garantiti fino al 31 luglio. I guai si prospettano dal primo agosto in poi. Perché c’è una norma dello Stato che pone il limite alle proroghe a partire da quella data.
“Proprio così – aggiunge il precario – se le singole amministrazioni non provvederanno in tempo a stabilizzarci, il nostro rapporto di lavorio si chiuderà bruscamente fra poco più di tre mesi e mezzo”.
Nei giorni scorsi il presidente Eugenio D’Orsi, sulla scorta di valutazioni tecniche e finanziarie dell’Ente, aveva dato precise indicazioni agli uffici competenti di valutare la possibilità di avviare le procedure per potere mettere finalmente la parola fine al precariato alla Provincia, in vista della fine del suo mandato, che scade a giugno, e in vista anche dell’abolizione degli Enti, fissata per fine anno.
“Noi apprezziamo lo sforzo e l’impegno del presidente D'Orsi – tuona il rappresentante del gruppo di precari – ma oggi ci siamo fatti il giro tra gli uffici e non abbiamo riscontrato terreno fertile. Un funzionario, per tutta risposta, ci ha detto che è pronto a dimettersi, altri non si sono fatti trovare. Noi abbiamo famiglia, siamo disperati. La politica e la burocrazia si rendano conto che una soluzione va trovata e anche in fretta”.