Ieri, come annunciato, Rifondazione ha aperto per la prima volta "lo sportello" per ricevere i cittadini e ascoltare le loro richieste.
Il programma "dei compagni" è di confrontarsi tutte le domeniche con i favaresi e di rappresentare al sindaco le loro istanze.
L'argomento principale è stato il costo dei servizi e i tagli alle prese idriche di quella parte dell'utenza che soffre la povertà, ma non è sfuggito il tema della gestione del castello.
Chi ha avvicinato i rifondati non è contrario all'affidamento della direzione artistica del castello al notaio Bartoli, ma vuole garenzie.
A questo punto “chiediamo al Sindaco – scrive nella sua nota Antonio Palumbo – di intervenire per dare chiarezza sull’intera vicenda, in queste settimane abbiamo assistito ad un dibattito sterile proprio per la mancanza di chiarezza da parte dell’amministrazione comunale..
L’unica posizione che a nostro modo di vedere è la più chiara e corretta è quella assunta dalle Associazioni : Comitato Beni Comuni, Mela Blu , Compassione e Prometeo, che noi come partito condividiamo in pieno.
Credo sia il caso di dare al dottore Bartoli (che in questi anni si è contraddistinto per le capacità, preparazione e passione, e che con il gruppo Farm è riuscito a dare un impulso positivo allo sviluppo turistico e culturale della nostra città), la possibilità di gestire e rilanciare il Castello, senza preconcetti, dandogli il tempo di mettere in campo le proprie idee; chiediamo solo che non venga preclusa alla città la possibilità di utilizzare il Castello per iniziative che non si legano alla concezione di arte e cultura del dottore Bartoli.
Il sindaco dovrebbe quanto meno dare garanzie in tal senso, il castello è per fortuna dotato di tante sale e spazi, quindi convegni, presentazioni di libri ed iniziative, mostre ecc… potranno sicuramente convivere con tutte le altre iniziative che il nuovo direttore artistico vorrà intraprendere.
Riteniamo, infine, che spazi come il castello possano e debbano restare aperti alla cittadinanza e alle varie forme di manifestazioni culturali, pur affidandone il rilancio al dottore Bartoli, divenendo così uno spazio veramente aperto (al pubblico e al privato) e democratico”.