“Il sottoscritto Leonardo Pitruzzella, Presidente del Consiglio Comunale, con la presente comunica la volontà di volere rinunciare al 30% della propria indennità di carica, a far data dal 01.12.2012”.
L’istanza è stata già protocollata. Dopo i quattro consiglieri, Maria Vella, Antonio Alaimo, Tania Sgarito e Paolo Dalli Cardillo, che hanno rinunciato al gettone di presenza, arriva la richiesta di Leonardo Pitruzzella, che fa cadere la teoria dei muti.
Che c’entrano i muti? C’entrano!
I nostri eroi a giustificare l’attaccamento morboso alle indennità di carica si sono, meglio, si erano inventati la teoria dei muti, secondo la quale a rinunciare sarebbero stati i loro colleghi che mai hanno preso parola nell’aula Falcone Borsellino.
Cosa, in realtà, non vera, ma questo sostenevano.
Ora con la scelta del parlante presidente dovranno inventarsi qualche altra pezza per sfuggire ad un sacrificio eticamente dovuto, specie dopo aver caricato sui contribuenti favaresi gli aumenti Imu e le altre tasse comunali.
Leonardo Pitruzzella, non da le motivazioni alla sua decisione. Rinuncia e basta. Noi siamo convinti che il presidente abbia cercato di convincere i consiglieri ad una scelta comune e che avendo fallito inesorabilmente sia andato da solo.
Bravi i quattro e bravo Pitruzzella. Gli altri dobbiamo rassegnarci a pagarli e a subirne i danni.
L’ironia della sorte ha voluto, comunque, che contemporaneamente alla rinuncia di Pitruzzella, chi ha la sua stessa tessera di partito abbia bocciato, in Parlamento, i tagli ai costi della politica.
2 commenti
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Caro presidente lei è giovane è preparato quindi cerchi un lavoro e rinunci all’indennità, in un momento in cui i suoi concittadini stanno patendo le pene dell’inferno. Sono centinaia i disoccupati con moglie e figli a carico che in questo natale si ritrovano l’ IMU da pagare con cifre spaventose (purtoppo le case a Favara abbondano ma non danno reddito) . Si ricordi che la quasi totalità dell’Imu (contrariamente a quanto affermano gli amministratori) va nelle casse del comune. (tutta la prima casa + la meta dell’aliquota base della seconda+ il 100% degli aumenti proposti dal sindaco e approvati dal consiglio).
Il taglio del 30% (come già avevano fatto sindaco e assessori) serve solo ad ottenere un titolo sui giornali, ma in sostanza cambia poco.
Un’altra presa per il c…. per i favaresi.