Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,39-45)
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Quando leggo dell’annuncio dell’Angelo a Maria penso quanto sia stato davvero difficile per i genitori e per Giuseppe credere che in quel pancione che cresceva c’era Dio. Immaginate il chiacchiericcio della gente…
Se una quattordicenne ci dicesse di essere incinta ma non conosce uomo e che ha visto un angelo, cosa gli risponderemmo? Gli insulti e le volgarità prevarrebbero sull’ascolto e la misericordia, seguirebbe la lapidazione mediatica. Sarebbe messa alla gogna sui social ed emarginata o peggio spinta al suicidio.
Maria è un donna coraggiosa, per lei c’è il rischio della emarginazione e della solitudine ma non si rinchiude in se stessa: si alzò e andò in fretta; (si alzò) è lo stesso verbo usato nel brano della resurrezione, ci impone il passaggio da una dimensione più contemplativa della visita dell’Angelo ad una certamente dinamica come quella del viaggio.
Mi piace riportare ciò che scriveva Don Tonino Bello a riguardo: “Sarà stato effetto di quel «non temere» pronunciato dall’ angelo dell’annunciazione. Certo è che, da quel momento, Maria ha affrontato la vita con una incredibile forza d’animo, ed è divenuta il simbolo delle “madri-coraggio” di tutti i tempi.”
Maria va in fretta, certamente non per curiosità; neppure la ricerca di conferme alla Parola dell’Angelo a cui lei ha già dato piena disponibilità, va per slancio, per amicizia, crede a ciò che gli è stato detto riguardo Elisabetta. Maria ha bisogno di condividere la gioia di essere Madre con chi sta provando la stessa emozione. L’incontro tra queste due donne che si fidano di Dio e non hanno paura dell’opinione pubblica ci è di grande insegnamento. Si fidano di Dio perché sono capaci di amare e l’amore non conosce esitazioni, rimandi, calcoli. L’amore è estremista, non ha paura, conosce le vertigini e attraversa burroni, vallate e montagne, l’amore può tutto con la forza di Colui che amiamo.
Maria saluta e augura la pace, Shalom. Augura, promette e porta nella casa di Zaccaria la pace, segno della visita del Signore e nello stesso tempo benedice chi lo accoglie. Dice bene di colui che accogliendolo condivide lo stesso tetto e il pane. Noi oggi dovremo un po’ riflettere sull’accoglienza che il popolo di Israele riservava agli ospiti in quanto vedeva in loro la benedizione di Dio. La non ospitalità è maledizione: non accogliere è negare colui che sta all’origine di ogni accoglienza, è escludersi dalla vita. Maria accoglie la Parola che è Vita e dà vita eterna. È la prima Beata perché ha ascoltato la Parola.
Mi capita di leggere commenti contro il Papa, i vescovi e tutti coloro che invitano all’accoglienza insultandoli e addirittura minacciandoli, poi vado nei profili facebook di chi scrive e mi accorgo che hanno come immagine di copertina o del profilo immagini di Cristo o della Madonna.
Ma non vi pare una contraddizione? Maria è la donna accogliente per antonomasia, diede alloggio al Signore nella sua casa, nel suo cuore, gli cedette il suolo più inviolabile della sua vita. Per accogliere Dio ha rischiato di essere messa a morte. Accoglie Pietro dopo avergli rinnegato il Figlio e tutti gli altri discepoli che sono scappati per paura di essere anche loro condannati.
Maria è beata perché ha creduto alla Parola del Signore e chi davvero crede danza come Giovanni nel pancione della mamma. Che scena fantastica! Elisabetta accoglie Maria che la saluta augurando pace a quella casa e i bimbo sussulta nel suo grembo: inventa la nuova danza della gioia. Danza come danzò Davide davanti alle Tavole della Legge conservate nell’Arca dell’Alleanza. La nuova Arca è Maria, tabernacolo che contiene il Verbo di Dio.
Solo chi ascolta la Parola genera amore. Chi non sa ascoltare la Parola ma ascolta parole è sterile, non conosce la vera vita che dà gioia.
Sull’esempio di Maria e di Elisabetta, dobbiamo abbandonare ogni autosufficienza, ogni atteggiamento compiacente, come chi dice: io so cosa devo fare, io so come vanno le cose. Con umiltà accogliente e disponibile, abbandoniamoci a Dio, senza fare tanti discorsi umani impregnati dalla paura, ma balziamo in piedi e senza alcuna esitazione percorriamo anche noi i passi di Maria che ci indica il servizio e l’accoglienza, vivendo la vita ricolmi di Spirito Santo per vivere la vita come una danza, la danza del Profeta Giovanni. La danza di chi non ha paura di accogliere Dio che vuole nascere nella tua vita.