Mi diverte telefonare a don Uriel per informarlo che all’interno della cappella dell’Adorazione, quando capita, ci sono solo uomini o questi ultimi superano in numero le donne.
Mi diverte per una sana invidia che provo nei confronti dei miei amici musulmani. So perfettamente che il termine invidia non è proprio adatto, per essere generalmente riconosciuto come un sentimento di malevolenza verso il successo degli altri.
Inappropriato, dicevo, ma non ne trovo uno migliore perché ritengo che non sempre sia da ritenersi negativo. Non lo è quando è da stimolo per migliorare se stessi.
Inteso in questo senso quando mi è capitata l’occasione di entrare in una Moschea ho provato questo sentimento, vedendo tanti uomini in preghiera. Le statistiche, a tal proposito, dicono che le moschee sono frequentate al cinquanta per cento dagli uomini.
Non accade lo stesso nelle chiese dove sono una sparuta minoranza, quasi a rischio d’estinzione. Mi sono chiesto le ragioni di questo fenomeno senza trovarne le risposte.
Una tendenza che sembrerebbe scricchiolare nella cappella dell’Adorazione dell’Eucaristia, dove si sta in silenzio a tu per tu con il Signore. Chiama tutti uomini e donne e sapere che è sempre la, è un invito difficile da declinare.
E per quella sana invidia raccontata all’inizio, mi scappa e non posso trattenermi dal telefonare a don Uriel, parroco della Chiesa San Giuseppe Artigiano, che ha dato alla comunità la grande opportunità dell’adorazione silenziosa, della preghiera personale tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 21, un dono a disposizione di chi lo vuole, per dirgli: “Uriel nella cappella oggi erano presenti solo uomini”.