Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Dà a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
Dopo aver letto questo brano di Luca, la prima tentazione è chiudere tutto e fare altro.
Sembra tutto utopico, irrazionale, irrealizzabile, certamente lo è. Lo è per coloro che non ascoltano o non vogliono ascoltare. Lo è per coloro che fanno del non amore verso il prossimo un baluardo per poter spadroneggiare e realizzare i loro sogni di potere, e non mi riferisco solo a quello politico. Quanti per far carriera o avere un posto di responsabilità, creano terra bruciata attorno al fratello o alla sorella proferendo menzogne o calunnie. Sappiamo bene che questo avviene anche negli ambienti ecclesiali dove dovrebbero primeggiare sentimenti di totale spogliazione.
A voi che ascoltate dico. Questo è l’imperativo del Maestro Gesù che come i leader di questo mondo anche lui assieme al Padre suo ha un hashtag : #primaluomo.
“Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.”
Questo è il pensiero del nostro Dio. Tutto sta nel sapere chi vogliamo seguire, a chi vogliamo conformarci, quale logica vogliamo adoperare.
Da una parte c’è Gesù che mi invita ad avere dei sentimenti di amore, perdono, benevolenza, mi dice di dare a chiunque chiede, e da chi prende le mie cose, di non aspettarmi la restituzione. Secondo la logica del mondo chi assume un tale comportamento o è folle o è scemo, oppure è un “buonista”, per usare una parola molto conosciuta anche se a volte chi ne fa uso disconosce il significato.
Dall’altra parte c’è chi mi dice di armarmi se mi derubano, di respingere e alzare muri perché è un nemico che minaccia i sacri confini, mi dice che prima dell’altro ci sono io perché appartengo a tale razza o tale religione.
Chi avrà ragione? Non bisogna essere cristiani per capire che l’altro è una persona e come tale è sacra. Gesù aggiunge che l’altro è Lui stesso, il totalmente Altro.
Gesù applica nella sua vita ciò che dice, vuole che chi lo segue faccia ciò che lui innanzitutto ha fatto e successivamente ha detto.
L’amore al nemico che può anche essere mia madre, mio padre, mio fratello o mia sorella, un membro della comunità o un collega di lavoro, è la verifica se veramente nella nostra vita stiamo seguendo Cristo o siamo cristiani di facciata. Chi non ama il nemico non conosce Dio. L’amore al nemico è il nocciolo pratico del cristianesimo, che altrove si esprime come perdono.
Perdonare non è facile e non è un sentimento che nasce in automatico. Bisogna avere la consapevolezza che così come siamo perdonati dal Signore dovremo perdonare, d’altronde lo ripetiamo spesso nel Padrenostro “Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Chi non perdona non può essere perdonato. A volte il vero nemico di noi stessi siamo noi, non riusciamo a prendere coscienza che Dio ci ama cosi come siamo. San Francesco d’Assisi amava dire: “Quanto l’uomo vale davanti a Dio, tanto vale e non di più”, il fatto che l’uomo è la gloria di Dio dovrebbe riempirci di gioia e rappacificarci con noi stessi.
“La miglior vendetta è il perdono, se amare è come generare un figlio, perdonare è come risuscitare un morto” dice un noto esegeta.
All’inizio dicevo che ad alcuni può sembrare utopico questo brano, però se pensiamo all’esempio di Gandhi, Martin Luther King, Madre Teresa di Calcutta, Massimiliano Maria Kolbe, Giovanni Paolo II e tantissimi altri uomini e donne che hanno saputo vivere questa pagina di Vangelo, perché sono davvero tanti i cristiani e non cristiani che hanno vissuto l’amore per il nemico costruendo ponti e demolendo muri.
San Francesco nel noto Cantico delle Creature scrive un versetto che manderà al Vescovo di Assisi Guido II e al Podestà Oportulo in lite per interessi personali, invitandoli al perdono con queste parole: “Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengono infirmitate et tribulatione”.
Da homo homini lupus, a homo homini Deus, cioè da uomo che sbrana l’uomo divento un uomo che è Dio per l’altro uomo. Il volto di Cristo è il nostro vero volto, nella misura in cui conosciamo il suo volto, veniamo trasformati nella sua immagine di Padre Misericordioso che accoglie il figlio che ha un cuore pentito.
Come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro, una regola che a volte dimentichiamo perché il nostro egoismo prevale su tutto e ci porta a pretendere che tutti si chinino ai nostri piedi.
“Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” (Gandhi).
Ciò che desideriamo per noi, ciò che ci tiene in vita e ci fa felici, ci realizza, condividiamolo con i fratelli che percorrono con noi il cammino della vita: succede che nascono incomprensioni, ma non lasciamo tramontare il sole per dare un abbraccio, per poi ricominciare a camminare. Chi non la pensa come noi non è un nemico da insultare e minacciare come oggi succede facilmente sui social, ma è un fratello o una sorella che la pensa diversamente da noi.
Ciò che davvero è importante è avere chiaro l’hashtag di Dio #primaluomo