Sabato prossimo, il M5S di Favara presenterà alla città il reddito di cittadinanza.
È chiaro che, i grillini favaresi hanno tutto l’interesse di sottolineare i lati positivi di questa legge ma, certamente, non utilizzeranno un approccio critico rispetto ad alcune questioni prettamente di carattere economico/sociale che ho provato ad evidenziare in questo spazio. Il reddito di cittadinanza è una misura contro la povertà, di giustizia sociale e, come tale, merita grande rispetto e attenzione da parte di tutto il mondo della sinistra e non solo. Ad ogni modo, non ho lesinato critiche.
La prima grande questione che mi pongo è di visione politica. Infatti, il primo limite di questa misura è quella che è stata finanziata in deficit (infatti, è molto probabile che l’anno prossimo aumenterà l’Iva e chissà cos’altro!) mentre, da sinistra, penso che tale legge doveva essere accompagnata da misure di giustizia fiscale. Mi spiego meglio: si doveva avere il coraggio di realizzare una grande patrimoniale volta a ridurre le disuguaglianze e a fare cassa per finanziare misure come questa. All’osso, chi ha di più deve pagare di più chi ha di meno deve pagare di meno. Ecco come una certa sinistra avrebbe finanziato il reddito cittadinanza e altre misure di contrasto al lavoro povero.
In seconda analisi, credo che, la gestione della misura doveva essere affidata ai servizi sociali più che agli agonizzanti centri per l’impiego. Anche la figura del Navigator precario suscita una certa ilarità. Paradossalmente, il navigator sarà un lavoratore precario che dovrà aiutare un disoccupato a trovare lavoro. Scusate, siamo alle comiche! Insomma, il reddito di cittadinanza è una misura fatta in fretta e furia per rispondere ad un elettorato ricco di aspettative e soprattutto per tenere il passo di Salvini che, mese dopo mese, sta fagocitando l’elettorato grillino. In un contesto socio/politico come quello italiano dove sono molto diffusi lavoro nero ed evasione fiscale bisognava essere più cauti e riflessivi.
Oltre la questione politica c’è una questione di metodo.
Sottoscrivo le considerazioni fatte da Leonardo Pitruzzella su Sicilia On Press sull’inopportuno utilizzo del logo del comune e, soprattutto, sulle divisioni interne che attanagliano, praticamente da sempre, il M5S favarese. Su quest’ultimo aspetto, mi permetto di aggiungere qualche considerazione. Il M5S vive le stesse contraddizioni interne che caratterizzano i principali partiti di massa: scontri tra correnti, guerre di posizionamento, giochi di potere, che sono stati utili solo per rallentare la già compromessa azione amministrativa di questa amministrazione. Infatti, in generale, il movimento ha perso parte del voto di opinione che aveva caratterizzato la sua ascesa in politica e i risultati elettorali delle ultime elezioni ragionali in Sardegna e in Abruzzo lo hanno ampiamente dimostrato. Anche in città serpeggia un certo malcontento. Ormai, il movimento rappresenta un bacino elettorale preciso (anche se più ristretto!) ma di grande apparato dato la stratificata rappresentanza istituzionale a livello locale, regionale e nazionale.
E’ inutile girarci intorno, il M5S è diventato un partito tradizionale come gli altri, anzi; un pò peggio.
Pasquale Cucchiara