Giuseppe Maurizio Piscopo
Incontriamo Patrizia Carollo, moglie e mamma di famiglia numerosa e giornalista cattolica che racconta la parola di Dio anche ai bambini affinché abbiano speranza nel futuro e capiscano che tutto è cominciato tanto tempo fa, che un uomo ci ha salvato e insegnato ad amare. Ogni famiglia dovrebbe possedere una copia della Bibbia e leggerne una pagina ogni sera ai propri figli. In questi tempi così pieni di cattiveria la parola di Dio è importante e può salvare il mondo.
Come eri da bambina? Quali ricordi hai della tua maestra?
Ero una bambina composta e socievole, con un’ottima insegnante che mi stimolava alla lettura e alla riflessione.
Puoi commentare questa frase: il mondo appartiene ai bambini. Per entrare in Paradiso bisogna essere come loro…
Non è facile affermare che il mondo oggi appartenga ai bambini, considerando che tutti i grandi della società sono spesso presi dai loro lavori e finiscono per dimenticarsi delle esigenze e dei diritti dei piccini. Ma credo che sì, per entrare in Paradiso, occorre farsi proprio come loro, piccoli, seguendo il messaggio di Cristo, espresso in Matteo 18,10, che ci dice: ‹‹In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli››.
Francesco Guccini in una sua canzone canta: Dio è morto. E’ ancora attuale questa canzone?
Non credo lo sia mai stata. La fede che porta a credere Dio vivo è però un dono, si crede cioè anche per grazia.
Perché nel nostro secolo c’è bisogno di maggiore spiritualità?
Perché si ha bisogno di vivere una vita che sia anche qualitativamente giusta e buona. Si ha bisogno, per me, di trovare il senso del nostro esser-ci, del vivere quotidiano, proiettato verso il futuro che verrà. Eppure non tutti si nutrono della stessa spiritualità. Di fondo, c’è però per tutti una maggiore ricerca di armonia e pace.
Qual è la funzione della preghiera?
La preghiera fa parte dei pii esercizi usati dai cristiani per rivolgersi al Creatore o a Maria. Tanti Santi del nostro tempo (come padre Pio) ne hanno messo in luce la validità, per tenere lontano ad es. il diavolo che cerca di allontanarci dal Padre e farci stare in disunità col mondo. Eppure altri Santi ancora, come S. Teresina del Bambin Gesù, dicevano di non essere in grado di pregare in modo canonico… La preghiera è importante nella misura in cui sotterriamo il nostro io per dar valore a D-io e chiediamo sia lui a guidarci.
Che cos’è il Metodo Furstein, secondo il quale chiunque è modificabile?
Il metodo Furstein è fra gli approcci teorici metodologici in ambito educativo e riabilitativo che più mi hanno colpito nel corso di laurea da me seguito: Scienze dell’Educazione. Si basa è vero sul presupposto che ‹‹chiunque è modificabile e può migliorare le sue capacità cognitive››. Ciò vale per tutti. Sia per i soggetti diversabili sia per ogni soggetto problematico che richiede cura. Tante persone non sbocciano solo perché non vengono guardate…
Tu hai scritto: “C’è tutto un mondo lì fuori che ha bisogno delle nostre sorprese fosse anche di un complimento…”.
Sì. Quante donne possiamo vedere coi capelli arruffati la mattina, eppure con lo zainetto nelle spalle ogni dì. Lo zainetto del figlio che va a scuola. Lo porta lei, perché è pesantissimo. Quella donna trafelata, che si sistema i capelli perché teme di non essere in ordine o bella a sufficienza, meriterebbe subito un mazzo di fiori. Le sorprese possono salvare il mondo. Una volta, ricordo che un ragazzo mi fece recapitare, quando avevo 25 anni, un pacco gigante. Era pieno di pensieri delicati, per la sottoscritta. Fu quello il giorno in cui ho cominciato a scrivere anche dei racconti.
Quando l’amore è un’arte?
L’amore credo sia un’arte, quando compresi i meccanismi che regolano i rapporti amicali e amorosi, lasciamo libero l’altro di ricambiarci e continuiamo a mostrare empatia, voglia di condivisione e desiderio che il proprio bene sia il bene dell’altro. Non è un’arte facile… Perché l’amore chiama amore e può spegnersi, se non alimentato.
Quali sono le cose che possiamo insegnare i bambini?
Ai bambini si possono insegnare tante cose. Innanzitutto, a restare bambini, senza divenire di colpo degli ometti e delle donnine. E’ importante far capire i valori per cui vivere, i diritti e i doveri come membri di una famiglia, di una classe, di una società. Si può stimolare anche la fede, fin da piccolissimi, se crediamo sia utile. Ma è giusto seguire anche le loro inclinazioni e invogliarli comunque all’ottimismo e alla fiducia in sé stessi.
Quali sono le cose che ci possono invece insegnare i bambini?
I bambini ci possono insegnare infinite altre cose. Fra queste, la spontaneità, l’importanza del gioco, dell’amicizia, e la possibilità di amarsi senza etichette e formalismi. Ho tre figli. Chiara (11 anni) mi ha sempre invitato a pensare alla bellezza dell’interiorità, Giorgio (9) alla gentilezza, Gabriele (5) a darmi senza riserve, perché per lui le coccole non sono mai abbastanza…
Tu chiami la vita il Santo Viaggio?
Credo possa dirsi così la vita di ogni cristiano che abbia fede nella vita eterna. La vita è un santo viaggio fin dall’istante del nostro concepimento. Alcuni, forse la maggior parte, spendono però tanto tempo prima d’incamminarsi davvero verso la meta, si perdono, cadono, ripartono. Capita anche a me.
Quali sono le cose del Cielo?
Le cose del Cielo, sono le cose di lassù, indicateci dalla Sacra Scrittura, le cose di Dio, il mondo ultraterreno dove la nostra anima dovrebbe volare, una volta cessato il tempo del corpo.
Mi ha colpito la frase di un mio amico che mi ha detto: siamo tutti in lista di attesa. Cosa mi voleva dire?
Che probabilmente lassù avranno una lunga lista, con tutti i nostri nomi – così come si evince nel film di Pif, uscito nelle sale cinematografiche da poco – dove starà scritto, per ognuno, la nascita, ciò che combiniamo e l’ora “x” della nostra dipartita. Tornando alla domanda di prima, perché occorre pensare “alle cose del Cielo”, un po’ più spesso? Per dar valore proprio a questa nostra vita, che alla fine è un lampo, passa via veloce, ma solo tramite questa ci giochiamo il nostro posticino in Paradiso, dove l’unico bagaglio è l’amore dato.
Le cose belle capitano all’improvviso?
Le cose belle capitano anche all’improvviso, molte volte. Ma acquistano più valore quando sono state ricercate ardentemente. Come quando con la famiglia siamo giunti in udienza privata da Papa Francesco, il giorno del mio compleanno. Tutti mi dissuadevano dal nutrire un desiderio così alto, senza il tempo necessario per programmarlo nella prassi, eppure ho scritto un’email senza mai dubitare che tutto sarebbe andato a buon fine… Lo stesso giorno che arrivammo a Roma, fui contattata dalla Segreteria di Stato del Vaticano e già in quell’istante, prima ancora che arrivasse la telefonata del Papa e il nostro incontro a Santa Marta, m’è parso d’essere sollevata dalla terra.
Che messaggio ne hai tratto?
Che corrisponde a verità che a chi bussa nel nome di Gesù sarà aperto. Dio ascolta.
L’amore è, allora, sempre vincente?
Sempre, se è vero amore. Eppure, si comprende spesso solo alla fine. Faccio un esempio. Maria ha partorito in una stalla e ha patito suo figlio in croce. Ha accettato ogni prova e sofferenza. Ha forse mai vinto? Eppure, ha segnato a noi la strada del vero e fiducioso amore per il Figlio e il Padre.
Tu fai anche volontariato? Quanti sono i poveri a Palermo, quelli che dormono alla stazione, che non hanno nulla eppure riescono ancora a sorridere alla vita?
Facevo molto più volontariato prima di sposarmi. Ho fatto un corso di teatro coi diversamente abili, lavorato presso gli ospedali nei reparti metabolici e oncologici, e presso la Missione di fratel Biagio Conte a favore dei fratelli ultimi, tramite cui ho conosciuto mio marito. Uscendo con le “ronde notturne”, ho incontrato tanti poveri, in ogni angolo della città. Se sorridono è perché sono, in fondo, liberi. Ma ogni povero credo possa davvero “sorridere alla vita” solo se comprende d’essere, e ancora, accettato, compreso, amato. Con la famiglia e il Movimento dei Focolari di cui facciamo parte, partecipiamo a dei progetti per il quartiere Ballarò di Palermo, e seguendo il consiglio di fratel Biagio molti di noi hanno “adottato” una famiglia bisognosa.
Come definiresti il nostro arcivescovo Corrado Lorefice che sta facendo tanto per gli ultimi di questa città?
Eccezionale. Lorefice oltre ad avere una predilezione per i poveri dimostra una grande sensibilità, sa essere padre e pastore.
Il nostro paese sta diventando ogni giorno più cattivo. Cosa possiamo fare per far scomparire questa cattiveria?
Pregare gli uni per gli altri. E cominciare, ogni giorno, da noi stessi, col desiderio d’essere migliori. Occorre saper tacere, sopportare, e agire in positivo, per dare il buon esempio. Far comprendere ai piccini il rispetto per gli altri, a partire dalla natura. Un consiglio? Silenziamo i cellulari, quando vorremmo sparare a raffica, anche noi, le nostre sentenze. Il cammino di santità è arduo…
I social allontanano la parola di Dio?
I social hanno la loro positività ma sì, allontanano da Dio, se arrivi a pensare che solo se posti qualcosa vivi e credi nelle cose che fai.Come può così Dio entrare nei cuori? E’ anche vero però che i sacerdoti hanno preso anche a commentare via social la pagina del Vangelo e ricevono migliaia di like. Sarebbe equo però trovarli, ogni tanto, anche in sagrestia per la confessione…
Quali sono le parole giuste da utilizzare nel mondo di oggi così problematico?
Le parole giuste… gentilezza, tolleranza e fratellanza.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Continuare a scrivere. Spero di trovare un giornale, nel quale avere un posticino più stabile. E spero di riuscire ad usare sempre più la Parola, in modo che possa fruttare. Ho promesso a Dio, che mi sarei spesa per lui.Per realizzare ciò, sto formandomi alla Scuola teologica di base di Palermo.Per il resto, i miei progetti sono quelli di una mamma e moglie, non perfetta, ma sempre presente, che tifa per la sua famiglia.