Venerdì 5 Aprile alle ore 20 presso l’ auditorium “San Nicola” in grotte , si conclude il ciclo di film dal titolo “Il cinema di Gian Paolo Cugno”, organizzato dll’ associazione culturale Nino Martoglio. L’ iniziativa, ideata e diretta da Aristotele Cuffaro ha previsto la proiezione di due film del regista siciliano. La Manifestazione è realizzata con il Patrocinio del comune di Grotte – Assessorato alla Cultura, Dalla FIDAPA sezione Racalmuto, dall’ istituto comprensivo Angelo Roncalli e dalla Proloco Hebessus.
Venerdì 22 marzo è stato proiettato il film “Salvatore questa è la vita”, venerdi 29 Marzo “La bella società” . Giorno 5 Viene Proiettato il film “I cantastorie” . Molta attesa è la presenza del regista Gian Paolo Cugno che parteciperà al dibattito sui contenuti dei film.
Biografia del regista
Gian Paolo Cugno (Pachino, 4 gennaio 1968) è un regista cinematografico e sceneggiator
Dopo gli studi superiori si trasferisce a Roma. Qui segue un lungo apprendistato come assistente alla regia e assistente al montaggio, collaborando anche alla realizzazione di sceneggiature per il cinema. Realizza vari documentari e cortometraggi, partecipando a festival in Italia e all’estero.
Dal 2001 al 2002 è co-ideatore e co-curatore del Festival del Cinema di Frontiera in Sicilia[1].
Nel 2003 il cortometraggio Il volto di mia madre viene presentato alla Cinémathèque française e successivamente al Festival di Taormina.
Nel 2006 la sua sceneggiatura Salvatore – Questa è la vita diventa il suo primo lungometraggio, prodotto e distribuito dalla Walt Disney Company. Presentato alla Festa del Cinema di Roma, vince la Farfalla d’oro Agis. Cugno vince inoltre il Globo d’oro come regista rivelazione e il Biglietto d’oro per l’incasso nelle sale italiane.
Nel 2008 scrive e dirige La bella società, suo secondo film, prodotto e distribuito da Medusa Film – Mediaset.
Nel 2015 scrive e dirige il film I cantastorie, distribuito nel 2016.
TRAMA
Brutto momento per Angelo, padre di Maria Teresa e marito di Anna. Ex uomo d’affari di successo della capitale, è ormai sul lastrico, costretto a lavorare come manovale alle dipendenze di un suo ex opeario. Come se non bastasse, l’uomo si vede anche abbandonato dalla moglie, evidentemente poco disposta a condividere il talamo con un fallito.
La figlia Maria Teresa però, decide di restare col padre, di cui intuisce le difficoltà e il dramma personale di un uomo che vede sgretolarsi tra le mani il lavoro e i traguardi di un’intera vita. Deciso a ritrovare sé stesso, Angelo decide di tornare nella natia Sicilia, da cui manca da tanti anni, per riscoprire le sue radici, e per cercare oltre a sé stesso, anche una seconda possibilità.
Il tutto sfocerà nella riscoperta della gloriosa tradizione dei cantastorie itineranti; nata come risorsa di vita per Angelo e Maria Teresa, si tramuterà in un’occasione di riscatto e di crescita, più per l’adulto che per una figlia piena di inventiva e di quell’incoscienza che caratterizza i primi anni di vita.