Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
In queste settimane non si è fatto altro che parlare del congresso di Verona. Quelli che lo hanno preparato, o quelli che lo sostengono, hanno letto questo brano che la liturgia ci presenta in questa domenica di Quaresima? Perché mi pare che qui non si parla di condanna e di giudizio, anzi…
Sapete che questo brano che sembra più dell’evangelista Luca, anziché di Giovanni per il suo taglio misericordioso, ha avuto difficoltà a trovare spazio nel vangelo tanto che molti codici antichi ne sono privi? Per ben tre secoli nessuna comunità ha voluto questo episodio e per cinque secoli non è mai stato letto nella liturgia. Evidentemente dava fastidio, troppa misericordia: un Gesù molto compassionevole per chi voleva controllare e dirigere tutto con la forza delle regole. Sicuramente, così come scrive Don Luciano Cantini, la disputa tutta umana tra giustizia e misericordia, il comune sentire ed il comune agire dell’uomo ha creato difficoltà e ancora ne crea.
Gesù è l’incarnazione del Dio Creatore, che ama, che perdona, per Lui tutto ciò che esiste è buono, perché viene dalle sue mani. Il Dio Creatore parla di amore e di sessualità; nel Cantico dei Cantici descrive la sua innamorata e le delizie del suo corpo e tutto questo è Parola di Dio.
Gli scribi e farisei si rifanno ad un’immagine di Dio Legislatore, che condanna se non lo ami, se non osservi le sue leggi.
Il Dio di Gesù, conduce l’uomo alla libertà, quello a cui credono i farisei, all’obbedienza.
Purtroppo anche noi siamo cresciuti con un’immagine di Dio distolta, che non corrisponde a verità. Quante volte ci siamo sentiti dire: “Questo non si può, questo sì; questo è peccato, questo no; questo è puro, questo è impuro… se fai questo Gesù si offende, se non fai quello che ti dico andrai all’inferno…”
Grazie a Dio non è così, e Gesù lo dimostra in questo brano, così come nel brano di domenica scorsa del Padre Misericordioso.
Perché la gente di buon mattino andava da lui per ascoltarlo? Semplice, perché parlava con parole di Dio, essendo lui stesso Parola, Logos del Padre.
L’insegnamento di Gesù non è più sul non fare, ma sul fare: “Esprimiti… ama… realizzati… donati… vivi… osa… lasciati andare… perdona…”. Riprende ciò che è scritto nel libro di Tobia: “Non fare agli altri quello che non vuoi che sia fatto a te” e lo converte in positivo: “Ciò che volete che gli altri facciano a voi, così fate loro”
Questo non piace per niente ai farisei, teologi ufficiali del magistero d’Israele, dell’istituzione religiosa. La gente non può seguire uno che dice di porgere l’altra guancia, che sta con i peccatori, che rimette i peccati, che si fa toccare e lavare i piedi da una prostituta… non c’è più religione. Per loro Dio va amato sopra ogni cosa anche sopra l’uomo. Per il Vangelo non è così, chi ama solo Dio, non è un credente, chi ama veramente Dio ama l’uomo, visto che Dio si è incarnato proprio nell’essere umano.
A quanto pare, i farisei amavano mettere in pratica la parte spirituale. La troppa attenzione alle regole diventa disattenzione all’umano. E questo non succedeva solamente ai tempi di Gesù ma anche oggi dove la politica sovranista mette in discussione l’uomo ponendo delle differenze di razza, di religione o di orientamento sessuale.
Chissà cosa avrebbe detto Gesù se gli avessero portato un gay, certamente non avrebbe convocato un congresso con degli integralisti e difensori di un dio a cui personalmente faccio fatica a credere.
Per metterlo in trappola, gli portano un adultera, chiedendogli cosa devono fare con essa, dato che è stata trovata in fragrante adulterio.
Mi viene spontaneo pensare come mai di buon mattino questa donna è stata scoperta proprio da loro. Forse qualcuno l’ha spiata. Qualche guardone moralista era intento a guardare e desiderarla. In un altro brano Gesù stesso dirà: “Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore”. Normalmente quelli che giudicano e condannano facendo la morale agli altri sono coloro che trasgrediscono la legge avendo gli scheletri nell’armadio.
Seconda cosa, perché hanno portato soltanto la donna, mentre la legge a cui loro sono tanto affezionati dice di condannare anche l’uomo? Tutti sappiamo che certe cose si fanno in due. D’altra parte l’uomo poteva spassarsela liberamente purché la donna non fosse un’ebrea sposata, poteva andare tranquillamente con tutte le pagane. Per la donna, invece, no: qualunque relazione con un uomo sposato era adulterio. Mi sembra che non sia cambiato di molto la situazione. Se a tradire il marito è la donna, la si apostrofa immediatamente come put… scusate prostituta, se invece il marito se la spassa con chiunque è uno scaltro, macho, playboy ecc.
“Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?” sentite il disprezzo: “Donne come questa!”. Loro l’hanno già condannata, in realtà loro sanno già cosa fare e lo sanno anche molto bene.
Gesù non risponde, scrive con un dito nella polvere. Come Dio che scrisse con un dito le tavole della legge, Gesù scrive la nuova legge dell’amore.
Gesù rifacendosi al profeta Geremia, scrivendo a terra e come se dicesse: “Voi siete morti (siete già in terra, sottoterra). Voi non avete cuore. Sarete anche molto devoti e rispettabili ma dentro siete morti, pieni di odio e basta!”. Chi non è in contatto col proprio cuore è capace di tutto. E loro capiscono benissimo l’azione di Gesù.
Però non demordono, continuano ad insistere e Gesù con autorità dice: “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”.
Sappiamo tutti com’è finita. Se ne vanno tutti rimane Gesù con la donna che per la prima volta non si sente femmina usata, ma donna amata e rispettata da quello strano Maestro che ha ancora detto con i fatti e non a parole che l’uomo è la gloria di Dio e va rispettato e non giudicato.
Ma la legge dice di lapidarla, potremmo obbiettare. Nessuno dei presenti si è chiesto: “Che cosa l’ha spinta a fare questo, cosa cercava? Qual è la causa del tradimento, forse era maltratta, picchiata, umiliata, respinta, tradita… Nessuno si è fermato a riflettere sul perché è successo tutto questo. Nessuno si è chiesto: “E l’uomo dov’è? Perché dev’essere colpevole solo la donna?” Tutti vedono il peccato, la peccatrice, l’errore, la vergogna; “Ha sbagliato, paga! Ci doveva pensare prima! … Non si fanno certe cose! … Quel che è giusto è giusto”. “La Legge dice così… E’ scritto così! E’ la legge! Lo ha detto Dio! Lo dice il Magistero, lo dice lo Stato”
Si sentono quasi costretti a farlo. Nessuno si giustifichi dicendo: “Io ho obbedito, io ho eseguito gli ordini, le regole”.
“La legge non giustifica”, dice S. Paolo. E’ troppo semplice rifarsi alla legge, per giustificare le offese, le violazioni o i crimini contro l’uomo.
Sapete che cos’hanno detto tutti i criminali nazisti quando sono stati processati a Norimberga dopo la seconda guerra mondiale: “Noi abbiamo solo obbedito”. Ed era vero! Quindi solo Hitler era responsabile di tutto questo? Seconda questa logica sì.
Di chi è la colpa delle morti in mare, degli stati Africani, dell’Europa, di chi ha chiuso i porti, di chi lo condivide, o è colpa di chi parte?
E colpa mia, tua, sua? Di nessuno viene da dire! Eppure la gente muore… Anche quella donna sarebbe morta se Gesù non avrebbe considerato che donne come questa, così come hanno commentato i farisei, sono esseri umani, come lo sono le persone migranti, come lo sono i gay, i divorziati, i disabili e tutti coloro che una categoria di farisei moderni considerano gente inutile da emarginare. Gesù stesso dice che i peccatori e le prostitute ci precederanno nel Regno dei cieli, e che è inutile dire Signore, Signore se poi non si ama l’uomo come se stessi.
Ricordiamoci che essere in regola con la legge, non vuol dire che si è in regola con Dio!
Quando la legge va contro l’uomo per opprimerlo, emarginarlo, renderlo invisibile, bisogna far valere la legge di Dio, la legge dell’amore.
Facciamo nostre le parole di Pietro: “Giudicate voi se è giusto, davanti a Dio, ubbidire a voi anziché a Dio.”