Giuseppe Maurizio Piscopo
Incontriamo Sabrina Firicano responsabile del Plesso Raffaello Lambruschini. La maestra Sabrina conosce e insegna una lingua straniera importante nel mondo di oggi l’inglese. Ha partecipato a numerosi corsi di informatica multimediale e di motoria ad indirizzo calcistico nella scuola elementare. Ha partecipato a scambi culturali con i Progetti Comenius Action 1 ed Erasmus Rise. E’ una delle maestre più amate della scuola e insegna nel plesso Raffaello Lambruschini da 28 anni. E’ diplomata in pianoforte presso il Conservatorio di musica di Palermo. E’ una persona sempre disponibile, preparata e con una rara e raffinata sensibilità culturale. Sempre pronta ad ascoltare gli altri: bambini, genitori, maestre. Un esempio di stile e di grande umanità.
Secondo te i bambini di oggi sono felici, i cosiddetti nativi digitali?
Non amo generalizzare, ma secondo recenti studi i bambini di oggi risultano complessivamente meno felici, più inclini alla noia e purtroppo a rischio depressione, rispetto alle generazioni precedenti. E’ difficile trovare qualcosa che li soddisfi pienamente, ottengono qualsiasi cosa facilmente, senza desiderarla né conquistarla. Noi avevamo di meno e apprezzavamo di più, perché l’attesa dava valore ai nostri sogni e agli obiettivi che riuscivamo a realizzare. La felicità spesso sta nel percorso verso la meta, non nella meta in sé. Inoltre i genitori dedicano sempre meno tempo ai propri figli, in quanto assorbiti dal lavoro e fagocitati dai ritmi frenetici della società odierna.
Come vive una maestra come te la scuola di oggi?
Con lo stesso entusiasmo e lo stesso amore per i bambini del primo giorno di scuola, con l’esigenza di aggiornarmi e rinnovarmi costantemente, con la consapevolezza che la scuola è cambiata, e non in meglio, negli ultimi anni. Ritengo fondamentale il lavoro di squadra sia tra colleghi che tra alunni. Nel nostro lavoro è molto importante creare un ambiente sereno e collaborativo, condividere le esperienze, confrontarsi, non dare mai nulla per scontato. I miei bambini più di una volta mi hanno chiesto se io e le colleghe fossimo sorelle. Loro percepiscono la sintonia che esiste tra noi, la stima reciproca, l’affetto sincero e l’esempio è sicuramente la più efficace strategia educativa.
Ogni giorno devi avere quell’energia e quella carica indispensabili per affrontare il gruppo classe, per renderlo partecipe, interessato e motivato alle attività didattiche, ciascun bimbo deve avere la consapevolezza di essere unico e speciale ed è fondamentale farlo sentire tale per trarre il meglio da ognuno di loro.
Le maestre sono nell’anima e resteranno per sempre nell’anima dei bambini.
Non ho certo scelto questo lavoro per il compenso economico né per il prestigio, tantomeno come ripiego, ma per un grande amore nei confronti dei bambini. Loro percepiscono i sentimenti che proviamo e ci ripagano con lo stesso amore, preservandoci per sempre nel loro animo, nella loro memoria. Una maestra non porge soltanto conoscenze ai propri alunni, ma dona quotidianamente amore, valori, emozioni, passioni, esperienze, esempi. La crescita implica delle trasformazioni e con il tempo l’affetto dei tuoi bimbi si trasforma in stima, gratitudine, quando vengono a trovarti ti danno del “lei”, ti raccontano dei loro traguardi, dei loro successi scolastici o sportivi, dei loro amori… Ti affidano i loro figli o i loro nipotini. Non c’è gratificazione più grande del loro eterno affetto… Se sei un bravo insegnante farai per sempre parte della vita dei tuoi alunni.
E’ vero che quello che i bambini non impareranno nella scuola elementare sarà perduto per sempre e non lo impareranno più nella loro vita?
Non si finisce mai di imparare, ma ci sono concetti che se non metabolizzati ad una certa età difficilmente verranno acquisiti da adulti.
I maestri sono falegnami costruiscono le fondamenta di una nuova società?
La scuola è una piccola società nella quale educhiamo i bambini al rispetto delle regole, ad assumersi le proprie responsabilità, forniamo loro conoscenze, idee, parole, spunti per creare le loro vite, li alleniamo a sopportare la fatica, coltiviamo e sviluppiamo l’autostima dei nostri alunni, contribuendo con le famiglie a “costruire” persone resilienti, determinate, capaci di raggiungere i propri obiettivi, di affrontare le sfide e gli ostacoli che la vita gli porrà.
Chi ha maggiore bisogno di apprendere le regole del vivere civile, i bambini o “certi” genitori?
Le regole del vivere civile sono il fondamento della nostra società, ma sembra siano in via di estinzione, così come le figure genitoriali autorevoli. I bambini imparano per imitazione il rispetto delle regole, abituarli fin da piccoli a regole semplici e chiare da rispettare vuol dire prepararli al loro ingresso nella scuola e nella società. Alcuni genitori non comprendono che un’educazione basata sul permissivismo rischia di crescere bambini fragili e adolescenti a rischio. I bambini hanno bisogno di essere contenuti da regole e divieti, senza i quali si sentono persi, confusi, destabilizzati.
C’è sempre un’altra possibilità per i bambini?
C’è sempre un’altra possibilità per tutti, bisogna avere una visione ottimistica della vita, è molto importante allenare i bambini alla resilienza, per affrontare le inevitabili difficoltà che incontreranno nella loro vita ed è compito nostro, dei genitori e degli insegnanti, stimolare la loro capacità di reagire alle difficoltà, di assorbire il colpo senza arrendersi mai, di imparare dai propri errori. È fondamentale mostrare ai bambini che abbiamo fiducia in loro, nelle loro capacità, renderli consapevoli delle loro potenzialità e dei loro limiti, coltivare la loro autostima e incoraggiarli a dare sempre il meglio di sé, affrontando ogni impresa con impegno e perseveranza.
Secondo te gli adulti sanno ascoltare i bisogni dei bambini?
Non sempre e non tutti. I ritmi frenetici delle nostre vite ci rendono talvolta distratti e superficiali nei confronti dei bisogni dei bambini. I bambini hanno bisogno di tanto amore, del nostro tempo e della nostra presenza. Alcuni genitori compensano la loro assenza riempiendo le giornate dei propri figli di impegni extrascolastici. E’ invece indispensabile che i bambini stiano un po’ da soli e imparino a gestire la noia e i tempi vuoti, in modo da stimolare la fantasia per sviluppare sogni, desideri, passioni.
Com’è il tuo rapporto con i bambini più “difficili”?
Cerco sempre di fare del mio meglio per farli sentire amati, mi interrogo sulle loro storie personali, cerco di scoprire i loro interessi e i punti di forza, cerco sempre di creare un equilibrio tra dolcezza e fermezza. Ci vuole un’infinita pazienza, a volte basta un attimo per conquistare la loro fiducia e altre volte è necessario un lungo percorso, non bisogna mai scoraggiarsi, anche se a volte è molto faticoso e si ha la sensazione di trascurare gli altri bambini per dedicarsi a quelli che in quel momento hanno bisogno di più attenzioni.
Perché nella scuola elementare manca di fatto la figura maschile?
Una delle cose che mi ha colpito maggiormente nei vari meeting con i colleghi stranieri è la numerosa presenza maschile nelle scuole primarie delle altre nazioni. All’estero l’insegnamento è considerato una professione molto prestigiosa, è ben remunerato e si investe molto nell’istruzione. In Italia non è esattamente così…
Qual è l’ultimo libro che hai letto e l’ultimo film che hai visto al cinema?
L’ultimo libro letto è stato “La pianista di Auschwitz”, un romanzo molto coinvolgente, che mi ha emozionato profondamente, facendomi commuovere, disperare e indignare. Narra la storia di un’adolescente molto talentuosa, che riuscirà a sopravvivere agli orrori del campo di concentramento grazie alla musica e all’amore. L’ultimo film visto al cinema è stato “Green book”, una deliziosa commedia, che racconta con apparente leggerezza il tema della discriminazione razziale negli anni 60 in America, evidenziando i pregiudizi che sono radicati in entrambi i mondi dai quali provengono i due protagonisti.
Fedor Dostoevskij nell’Idiota ha scritto: “La bellezza salverà il mondo. Che ne pensi?
La bellezza dei bambini salverà il mondo, la bellezza dei loro sorrisi, della loro tenerezza, del loro stupore e incanto nello scoprire nuove cose, del loro affetto incondizionato, della fiducia con la quale ti si affidano, del loro candore e della loro semplicità. I bambini sono la risorsa più preziosa del mondo, il nostro futuro, la nostra speranza.
Che cosa non hanno ancora capito gli uomini delle donne, prima dicono di amarle e poi le “massacrano” quando le perdono?
È fondamentale insegnare ai bambini sin da piccoli che l’amore, così come l’amicizia, non è possesso, occorre trasmettere il rispetto per sé stessi e per gli altri. Dal rispetto dipendono l’empatia, l’altruismo, la solidarietà, tutti valori che contribuiscono a costruire relazioni positive sin da piccoli.
Qual è il maggiore pregio delle maestre?
Credo sia una certa predisposizione a improvvisare, a reinventarsi, a fantasticare, a guardare il mondo con gli occhi dei bambini, dal loro punto di vista, cambiando continuamente prospettiva, cercando il bello in ogni singolo istante, vivendo ogni giorno con stupore. Occorrono sensibilità, pazienza, empatia, tenacia, passione.
Puoi raccontare un breve episodio spiritoso che hai vissuto nella tua vita scolastica?
Non saprei davvero quale raccontare, io rido e sorrido molto con i miei bambini e con i miei colleghi, è uno dei segreti per alleggerire le lezioni e far trascorrere serenamente le lunghe giornate scolastiche!
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Spesso ci si concentra talmente tanto sul futuro da perdere di vista il presente. La mia famiglia ha vissuto recentemente un grave evento che in un istante ha stravolto le nostre certezze, facendoci capire che la vita va vissuta assaporando ogni istante, voglio godermi la mia famiglia, coltivare le amicizie, vedere crescere i miei figli, viaggiare, invecchiare serenamente, anche quello è un privilegio…