E’ stato il Prefetto di Agrigento, Dario Caputo, a dare lo scossone al sistema del servizio idrico integrato quando l’Ati idrico ancora e dopo anni discuteva di risoluzione del contratto con Girgenti acque per inadempienza da parte di quest’ultima. Starebbero ancora a ragionare sul sesso degli angeli i sindaci dell’ambito se non fosse arrivata, nel frattempo, l’interdittiva a Marco Campione prima e adesso alla Hidortecne, società “figlia” della Girgenti Acque.
Girgenti acque e Hidortecne sono commissariate, in attesa di un nuova gestione del servizio idrico integrato sulla quale è chiamato l’Ambito idrico a decidere per chiudere con il commissariamento. Un percorso iniziatosi nel novembre scorso, cinque mesi fa è arrivata la prima interdittiva, e ad oggi lontanissimo dal traguardo.
Questo è il quadro dell’inaccettabile situazione che potrebbe durare chissà per quanto tempo per la politica, mentre c’è chi non ha nessuna intenzione di accettare il perdurare dell’attuale stato dell’arte.
L’avvocato Giuseppe Di Miceli, rappresentante di Konsumer, ha evidenziato “più volte nei mesi scorsi come lo stallo dell’ATI nel decidere quale forma di gestone del SII nell’ex-provincia di Agrigento sia da approntare, per il presente e il futuro, stia arrecando seri danni ai cittadini, sia sotto l’aspetto progettuale che gestionale del servizio stesso. Per tal motivo, sempre la Scrivente, ha più volte chiesto sia formalmente che in tutte le sedi, un confronto istituzionale tra le Associazioni, i comitati civici per l’acqua pubblica e l’ATI di Agrigento, senza ricevere riscontro alcuno.
Or bene, oggi tanti sono gli utenti/cittadini che si rivolgono ai nostri sportelli in cerca di risposte perché preoccupati sia per la mancanza di soluzioni definitive da parte dei Sindaci che, “prigionieri” della propria burocrazia, pongono l’organo di Governo del Servizio Idrico incapace di tracciare un percorso stabile e concreto del Servizio stesso, sia per le problematiche economico-societarie di Codesto Gestore che di certo non sembrano garantire una duratura, oculata e pronta gestione idrica nei territori fino ad oggi di pertinenza”.
L’avvocato Di Miceli chiama l’Ati, ma l’Ati non risponde, intanto “i Cittadini hanno il DIRITTO di conoscere le problematiche del Servizio Idrico attuale, in quanto diretti consumatori del prezioso liquido, ma anche nel ruolo di primo sovvenzionatore economico dei costi di gestione del servizio stesso, tramite il versamento del canone dovuto”.
A sottolineare ancora una volta il fallimento della politica, l’associazione dei consumatori non ha altra strada da percorrere se non quella di chiedere un incontro con i Commissari di Girgenti acque “al fine di conoscere – conclude l’avvocato Di Miceli – quali sono le linee gestionali del servizio idrico attuale, la durata programmatica, quali ulteriori interventi Istituzionali potrebbero essere richiesti se lo stallo operativo decisionale dell’ATI dovesse perdurare, e se i Comuni non consegnatari, consegnassero le reti idriche, con quali e quanti fondi si dovrebbe approntare il servizio stesso, considerata la richiesta di concordato preventivo effettuata da Codesta Società nei giorni scorsi al Tribunale di Agrigento”.