“All’Ati si continua a perdere tempo, situazione non più tollerabile’’ Parole come pietre lanciate ai suoi colleghi sindaci componenti dell’Ati idrico di Agrigento da Margherita La Rocca Ruvolo.
E recentemente un’altra donna Anna Alba sindaco di Favara lancia la stessa accusa e si dimette dal direttivo dell’Ambito.
Si perde tempo e lo si perde da anni ai danni dell’utenza che non ha un servizio adeguato in rapporto a ciò che paga ed a quello del civile vivere. Perdono tempo e se lo possono permettere, sanno benissimo che i gilet gialli non ci sono ma c’è lo Stato che alla fine interverrà per loro, sollevandoli dall’imbarazzo di fare “a mala parte” al collega o dalle responsabilità che possono derivare in futuro dalle loro scelte.
“Evidentemente si continua a perdere tempo sulla nuova forma di gestione del servizio idrico integrato nell’Agrigentino, l’Ati infatti non ha ancora provveduto all’accertamento dei requisiti tecnici previsti dall’articolo 147 del decreto legislativo 152 del 2006 per i comuni che hanno chiesto di gestire in proprio il servizio. Non ce l’ho con nessuno, ma così permane una situazione di stallo che non è più tollerabile, per questo mi farò promotrice di iniziative di protesta sia all’interno dell’assemblea dell’Ati ma anche all’esterno affinché venga risolta la questione nel più breve tempo possibile”. Lo dice la sindaca di Montevago, Margherita La Rocca Ruvolo e nel dirlo sottolinea che non ce l’ha con nessuno, viceversa noi cittadini ce l’abbiamo con tutti, ci siamo disinnamorati della politica, non ci crediamo più. Li votiamo e il giorno dopo li vorremmo buttare dalla finestra per la loro incapacità.
Stanno perdendo tempo per una semplice valutazione, rispondendo alla domanda: i Comuni non consegnatari hanno i requisiti richiesti per la gestione in proprio del servizio idrico?
“I 27 comuni che hanno consegnato le reti – lo dice La Rocca Ruvolo – devono sapere al più presto che tipo di società costituire per non finire nella stessa situazione di prima senza risolvere nulla. Abbiamo quindi la necessità di uscire da questa situazione per organizzarci, così non si può andare avanti, è ormai da parecchio tempo che attendiamo di capire quali comuni potranno gestire in proprio il servizio e quali no, non possiamo rimanere bloccati e fare riunioni che non portano a nulla. Con il commissariamento di Girgenti Acque abbiamo un’occasione storica per poter gestire al meglio il servizio idrico, mi batterò affinché questa occasione venga colta, non si può più perdere tempo prezioso, dobbiamo dare ai cittadini un servizio più efficiente e meno costoso”.
Adesso mi faccio una domanda e, diversamente dai sindaci, mi do l’immediata risposta. Una parte considerevole dell’utenza non paga le bollette di Girgenti acque perché non può pagare ed è costretta a rinunciare al servizio, gli esercizi commerciali subiscono danni, specie nel settore turistico, per la carenza di fornitura idrica, interi quartieri si allagano ad ogni turnazione, le fogne scoppiano e inquinano l’ambiente, lo stesso ambiente che dovrebbe attrarre i turisti e garantire la salute pubblica. Decine sono i depuratori dichiarati fuori legge. Arrivo alla domanda: la colpa è solo di Girgenti acque? Ma manco per nulla, l’Ati doveva controllare, i sindaci denunciare le inadempienze, battere i pugni sul tavolo e protestare fermamente. Non lo hanno fatto. Si sono mosse le associazioni in difesa dell’acqua pubblica ed è arrivato lo scossone del Prefetto di Agrigento.
Anche in questa occasione, inutile farsi illusioni, dobbiamo aspettare l’arrivo dei nostri che salveranno la diligenza.