La mostra Plastic Free allestita nei locali dell’Opera Pia Barone Mendola a Favara rappresenta un avanzamento culturale che la comunità di Favara ha saputo cogliere con rapidità e interesse perché in questa città c’è una profonda cultura del Contemporaneo.
Lo dichiarano Andrea Caporali, Rosario Castellana, Lorenzo Conti, Mario Cottone, Silvia Forese, Giuseppe Guerrera (Direttore artistico), Gregorio Indelicato, Giuseppe Marsala, Valentina Pulvirenti e con loro gli studenti del Laboratorio 4° di Progettazione del d’Arch-UNIPA che sono stati parte attiva nell’importante iniziativa.
“Se Farm Cultural Park nei 9 anni della sua attività ha potuto sviluppare un sistema innovativo in cui l’arte è motore dello sviluppo urbano, del recupero della città, dell’economia è perché a Favara c’è una profonda cultura del lavoro che ha antiche origini – scrivo in una nota inviata alla sindaca Anna Alba – Prima contadini, poi minatori, poi muratori e piccole imprese, oggi ristoratori e di nuovo a coltivare la terra con modalità innovative, i favaresi avanzano nella modernità e quindi della contemporaneità. L’avere offerto al nostro gruppo la possibilità di inserirsi in questo contesto è stata un’occasione importante per continuare quest’opera di rinnovamento sociale in un luogo periferico, l’Opera Pia, ma di enormi potenzialità.
La partecipazione degli studenti, dei genitori e dei docenti dell’Istituto Comprensivo Bersagliere Urso ci ha fatto capire quanto i favaresi siano pronti all’innovazione e alla crescita culturale. Bisogna solamente accendere un piccolo fuoco, trovare un catalizzatore, e tutti sono pronti a partecipare e a dare il loro contributo attivo. L’abbiamo verificato anche con gli imprenditori, pronti ad offrire il loro contributo in termini di materiali, attrezzature, collaborazione. L’Opera Pia, gli studenti, gli imprenditori, l’Amministrazione Comunale e chi la guida, insieme alle associazioni culturali del territorio, adesso potrebbero essere gli elementi di un nuovo progetto. Ponendosi sulla scia di Farm Cultural Park, di Quid Vicolo Luna, di Palazzo Cafisi, e con la collaborazione dell’Università di Palermo, degli artisti e degli architetti che hanno partecipato alla mostra, si potrebbe fondare un altro Polo per le arti, con lo scopo di rinnovare un pezzo di città, e produrre occasioni di lavoro e di crescita economica, oltre che culturale.
Come hanno saputo fare Andrea Bartoli e Florinda Saieva in questi 9 anni trasformando Favara in un luogo da visitare, abitare, ricordare, dove tornare volentieri. Pertanto vogliamo ringraziare Lei, la sua Giunta, in particolare il vice-Sindaco Giuseppe Bennica, vero motore organizzativo della mostra, e tutti i favaresi che ci hanno consentito di allestirla”.