È fissata all'8 maggio, nell'aula consiliare del Comune, la "riunione di
pubblico accertamento" richiesta dal ministero per le Politiche agricole per il riconoscimento del
marchio Comunitario I.G.P. (Identificazione geografica protetta) per la "Pescabivona". Oltre ai
funzionari dello stesso ministero, saranno presenti i produttori e le organizzazioni professionali e di
categoria.
Dopo un decennio circa di pratiche burocratiche, è giunto finalmente al termine il laborioso iter che
ratificherà a livello Comunitario che la produzione di pesca a polpa bianca, già indissolubilmente
legata al territorio che ricade nei comprensori montani di Alessandria, Bivona, Cianciana, Santo
Stefano Quisquina e San Biagio Platani, è differente da ogni altra della stessa tipologia prodotta in
qualunque altra zona.
Erano, infatti, gli inizi degli anni 2000 quando i produttori di pesche decidono di porsi davanti
l'ambizioso progetto: iniziate le pratiche e gli studi, condotti anche da docenti della Facoltà di
Agraria dell'Ateneo palermitano oltre che dalla Soat di Cianciana, si sono poi costituiti nella
“Società Consortile Pescabivona Srl”. Agli studi e alla redazione del disciplinare di produzione
hanno contribuito anche l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia ed il Dipartimento di
Scienze agrarie e degli alimenti dell'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. A
collaborare la Società consortile in questo processo è stato il dottore agronomo Massimo
Petruzzelli.
“La PescaBivona è il nostro fiore all’occhiello, viene coltivata in oltre 1000 ettari di terreno del
comprensorio – ha detto il sindaco di Bivona Giovanni Panepinto -: valorizzarla significa non
solo rendere merito a un prodotto di eccellenza, ma anche rilanciare l'economia. E con il marchio
Igp riconosciuto da Bruxelles, dopo un percorso difficile rigoroso che abbiamo affrontato con
caparbia negli anni, i produttori potranno conquistare il mercato internazionale, dopo aver già
raggiunto quello nazionale con la grande distribuzione”.
“Importanti istituti hanno confermato le ottime e peculiari qualità sensoriali, le buone qualità
nutrizionali della nostra Pescabivona – ha aggiunto l'assessore per le Politiche agricole Vincenzo
Balsamo -. I quattro ecotipi (Murtiddara, Bianca, Agostina e Settembrina), presentano caratteri
distintivi e di pregio che insieme agli studi relativi all’identità genetica avvalorano l’origine e la
specificità della Pescabivona, assicurandone la qualità e la reputazione che il nome stesso evoca.
Per tali ragioni è risultata essere un'ottima candidata all’ottenimento di marchi di origine”.
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"Pescabivona", in dirittura d'arrivo l'iter per il riconoscimento del marchio comunitario Igp
By sop2 Minuti di lettura
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