Lo storico Pasquale Cucchiara ha incontrato il Cavalier Calogero Alletto, classe 1926 “ a Marina”, cioè a Porto Empedocle o meglio la “Vigata” del suo famoso compagno di scuola, papà del Commissario Montalbano, Andrea Camilleri.
Ho incontrato il signor Calogero Alletto, ultimo compagno di scuola vivente dello scrittore Andrea Camilleri, nel B&B di suo nipote Calogero Vaccarino, denominato “U scrusciu do mari”, proprio nella stanza dedicata proprio al suo illustre compagno di classe ed anche di banco alle scuole elementari.
Apprendo subito che il Signor Calogero “Lullù” Alletto, Cavalieri del Lavoro nominato dall’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini, è orgogliosamente un uomo di sinistra ma che, a differenza del suo compagno di scuola, che fu essenzialmente anticlericale, è un fervente credente da sempre iscritto all’Azione Cattolica di Porto Empedocle.
La sua conoscenza con Andrea “Nenè” Camilleri risale al 1932 quando entrambi frequentavano la scuola elementare di Porto Empedocle, oggi intitolata a Luigi Pirandello. Lui, classe 1926, frequentò la seconda elementare insieme a Andrea Camilleri, che invece è classe 1925, perché superò con pieno merito, l’esame di ammissione alla seconda classe. Senza perderci in chiacchere, l’anziano ma luci cavaliere mi mostra orgogliosamente la foto che lo ritrae accanto al suo famoso compagno di classe ( Camilleri nella foto cerchiato in rosso, Alletto in verde) sotto lo sguardo attento della rigorosa maestra Bancucci. Uno di questi alunni (che purtroppo il signor Alletto non riesce più a riconoscere nella foto) tale Alfonso Burgio che divenne preside del Liceo Classico “Empedocle” di Agrigento, sembra abbia ispirato Camilleri nel creare, fisicamente, il suo Salvo Montalbano. E’ proprio il loro compagno dio classe Alfonso ad aver ispirato il volto “ufficiale” del commissario più famoso d’Italia, cioè quello descritto nei romanzi di Camilleri con i capelli tirati all’indietro, il baffetto appena accennato, con annessa “piretta” sopra il lato destro del baffo, la fronte scalata da numerose rughe; immortalato anche nella statua bronzea “mezzu a Marina” e che non ricorda nemmeno lontanamente Luca Zingaretti, il Salvo Montalbano della serie televisiva.
Dopo aver fatto questa scoperta ed esaminando meglio il look del signor Alletto, ho notato che anche lui richiama, sia per i capelli a spazzola che per il baffetto, lontanamente il commissario Montalbano dei romanzi del suo compagno di scuola. In realtà è un look molto ricorrente ed in voga in quegli anni.
Il signor Lullù Alletto ricorda limpidamente che Andrea Camilleri era un bambino molto studioso, metodico ed aveva tutti i pregi dei bravi ragazzi. Inoltre, era un ragazzino ribelle che mostrava chiari segni di insoddisfazione verso il fascismo. Dopo qualche anno, arrivò la guerra e con essa le bombe. Non a caso, il 14 maggio del 2010 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano firmò il decreto di concessione alla comunità empedoclina della Medaglia d’argento al merito civile.
In quei concitati anni, ricorda, molte famiglie sfollarono dalla città marinara. La famiglia di Calogero Alletto si rifugio a Siculiana mentre quella di Camilleri a Serradifalco.
Il giornalista Gaetano Savatteri, nel suo romanzo intitolato “La volata di Calò”, racconta quando il celebre scrittore empedoclino percorse una cinquantina di chilometri in bicicletta per raggiungere suo padre a Porto Empedocle da cui non aveva notizie da quindici giorni.
Dopo la guerra, ricorda Alletto, Camilleri tornava spesso a Porto Empedocle e frequentava anche il “Casino di Porto Empedocle” dove i giovani empedoclini facevano le loro prime esperienze sessuali. Il tutto è documentato in un suo celebre romanzo, dal titolo “La pensione di Eva” ambientato nella Vigata degli anni ’30. I suoi amici di sempre erano l’avvocato Gaglio e Pepe Fiorentino che, tra l’altro, lo aiutarono nella ricerca dei 114 nominativi morti ammazzati all’interno della Torre Carlo V nel periodo Borbonico e raccolti nel suo libro dal titolo “La strage dimenticata”. Nel 2001 il nipote di Calogero Alletto, Domenico Vaccarino, allora studente dell’istituto “Vivaldi” di Porto Empedocle, venne premiato presso il teatro Le Ciminiere a Catania, in diretta televisiva su Antenna Sicilia, per il suo articolo di giornale dal titolo “Andrea Camilleri e mio nonno Lullù” nell’ambito della V edizione di Neewspaper Game, organizzato dal giornale “La Sicilia”.
Calogero Alletto ricorda i recenti anni della sua vecchiaia con il sorriso, che si fa amaro quando ripensa agli anni della dittatura e a questo attuale governo: “Caro Pasquale, gli dici a questi giovani di oggi che vengono da me che gli spiego io cosa è stato il fascismo e tutti i danni che ci ha procurato…” Anche Andrea Camilleri, con la stessa tristezza, in una delle sue ultime interviste si rammaricò di non aver fatto abbastanza contro il Regime fascista. Nell’epoca della disaffezione e del qualunquismo urge coltivare la memoria, partecipare, dibattere, polemizzare al fine di non ritrovarci, fra molti anni, con i rimpianti di Nenè Camilleri o con la rabbia di Lullù Alletto.
Pasquale Cucchiara