Maria Giovanna Mangione: “Se non si osservano i principi dell’agro-ecologianon possiamo tutelare noi stessi e le generazioni future”
Rivoluzione verde e agro-ecologia, rispetto della sostenibilità ambientale e applicazione del Piano di azione nazionale (Pan) che fornisce indicazioni sui modi, usi e quantità di fitofarmaci e pesticidi che, sul cibo che portiamo in tavola, si traducono in sostanze multi-residuo dannose per la nostra salute.
“Non giriamoci intorno – afferma Maria Giovanna Mangione, presidente dell’Ordine degli agronomi e dei dottori forestali di Agrigento –, se non cambiamo rotta, non potremo tutelare noi stessi e le generazioni future”.
Tutto comincia, infatti, con una sana coltivazione nel rispetto della sostenibilità ambientale. “La salute si costruisce a tavola – prosegue Maria Giovanna Mangione -. Tutti sanno quanto sia importante una dieta equilibrata nello sviluppo fisico e mentale dell’individuo, anche nella fase prenatale, ma pochi pensano che mangiare sano riguardi soprattutto la qualità degli alimenti. Alcuni studi hanno dimostrato che i prodotti ortofrutticoli possono risultare contaminati da uno o più fungicidi o pesticidi e, ciò nonostante, essere considerati regolari dal Piano di controllo della salubrità. Il problema è il cosiddetto multi-residuo che la legislazione europea non considera come ‘non conforme’ se ogni singolo livello di residuo non supera il limite massimo consentito. Il Pan dovrebbe ridurre il rischio associato ai pesticidi ma è divenuto prevalentemente oggetto di burocrazia. Il glifosato, ad esempio, è stato bandito, non ne è ammesso l’utilizzo ma se ne continua la produzione e ne è consentita la vendita. Ci sono una serie di incongruenze burocratiche che impediscono la corretta applicazione del Pan. Questo è un problema sul quale, in occasione del 17° congresso degli Agronomi a Matera, in relazione all’Agenda 2030 sul sistema agroalimentare, abbiamo focalizzato l’attenzione: reiteriamo il Pan per le applicazioni d’uso, tuteliamo gli insetti pronubi perché le api sono proiettate verso l’estinzione quando invece è fondamentale allevarle, essendo elemento essenziale per l’impollinazione e la tutela della biodiversità nell’agro-ecologia”.
C’è poi un problema di “impoverimento” delle specie vegetali oggi coltivate e commercializzate: in Italia ne esistono circa 7mila, ma ne vengono coltivate solamente 150. “Negli ultimi decenni è prevalsa l’esigenza di produzione e industrializzazione e ciò ha provocato l’impoverimento delle specie vegetali – continua Mangione -. Il monito, lanciato anche dal presidente della Fao, riguarda il modo con il quale sono prodotti gli alimenti. La cosiddetta ‘rivoluzione verde’ dovrebbe lasciare il posto all’agro-ecologia quindi ai metodi di coltivazione e allevamento che siano in rispetto della sostenibilità ambientale”.
Di questi e altri argomenti il presidente Mangione discuterà nel corso del suo intervento al convegno “Frutta secca, fonte di ben-essere” in programma domani, alle 17, nella sala dell’ex biblioteca comunale a Raffadali, in occasione della “Sagra del Pistacchio”.
“Il convegno ha una duplice funzione – conclude Maria Giovanna Mangione – il pistacchio, inteso nella biodiversità e in coltivazione agro-ecologica strettamente collegata alla salute umana e i principi dei cambiamenti climatici, perché utilizzare pesticidi significa anche interagire nella desertificazione dei suoli, inquinamento dell’aria e dell’acqua, emissione di gas climalteranti, produzione di effetto serra, cambiamenti climatici, dissesti idrogeologici: un cerchio davvero complesso. Occorre produrre in maniera virtuosa e secondo i principi dell’agro-ecologia per tutelare noi stessi e le generazioni future”.