I favaresi vorrebbero bere l’acqua del rubinetto, non acquistare l’imbottigliata e liberare il mondo dalla plastica, ma non si fidano, pur a fronte dei controlli effettuati in arrivo nell’invaso comunale e non solo.
Lo scatto pubblicato mostra la quantità di materiale depositato nel filtro del rubinetto nell’arco di venti giorni circa. In considerazione del particolare argomento trattato e per non generare allarmismi, dico subito che delle analisi ci si può fidare, mentre è difficile fidarsi della rete interna della città e delle vasche di accumulo dei privati, queste ultime a parere di molti esperti sono le principali responsabili della non purezza dell’acqua.
Se non vogliamo riempire il mondo di plastica e bere l’acqua del rubinetto, dovremmo eliminare i recipienti privati. Del resto, la stessa Girgenti acque nello stesso momento del suo insediamento annunciò una sua crociata in questo senso. Si disse nel 2007 che per una fornitura h24, bisognava cancellare le vasche di accumulo dei privati. Pensate se avessero vinto la loro crociata come ci troveremmo oggi. Si trattò, molto probabilmente, dell’entusiasmo dei primi giorni, quando tutto appare roseo, poi seguì la rassegnazione del cambiare tutto per non cambiare nulla.
Al momento non si parla più di acqua corrente, l’Ati idrico non ne parla, come se non fosse una problema da risolvere, la gente si è rassegnata, veramente, lo era già prima e lo è adesso.
Recente conquista l’aver stabilito che il nuovo gestore sarà una consortile, rimane da attendere i tempi del parto. Intanto che si aspetta potrebbe l’Ambito preoccuparsi di risolvere il vergognoso problema della turnazione della fornitura idrica all’utenza, perché l’acqua c’è a sufficienza.
Dimostrava Girgenti acque nella sua crociata che con i recipienti dei privati non manca il prezioso liquido ed è h24 nelle abitazioni, perché mai dovrebbe mancare nella costante distribuzione pubblica eliminando le vasche dei privati. Un ragionamento corretto, cambiando l’ordine degli addendi la somma non cambia. E non cambia a tutto vantaggio dell’utenza che potrebbe bere l’acqua dai rubinetti, risparmiare soldini e salvare il mondo dalla plastica.