Giuseppe Vullo
Ormai, da quando il primo aprile 2012, ho abbandonato, dopo quarant’anni il mio ambulatorio di medico massimalista a mezzomonreale, mi sono dato alla lettura appassionata di romanzi e saggi di fisica quantistica. Io che al liceo scientifico di Agrigento, odiavo matematica e fisica, ma in compenso amavo lettere storia e filosofia, oggi mi ritrovo discretamente informato di fisica delle particelle, teoria delle stringhe e legge dell’attrazione. All’ingrosso queste teorie dicono che tutto l’universo è connesso tramite le particelle subatomiche, ovvero “elettroni, protoni, neutroni etc.”, che ci legano con sottilissime stringhe e vibrazioni energetiche. Comunque a causa delle legge dell’attrazione seppi che la cara amica Antonella Morreale veniva a Monreale, pensavo che portasse il suo teatro e nella fattispecie il suo straordinario “tre rintocchi di follia”, ovvero la pazzia di Antonietta Portulano, moglie di Luigi Pirandello. Mi trovai cosi per caso o per coincidenza significativa, come direbbe Jung, nel salone delle suore collegine, dove un clan di superdonne favaresi, Antonella Morreale, Antonella Vinciguerra, Laura Pompeo e Carmela Virone ed altre discutevano di intolleranza zero e mai più femminicidio. Quindi io, quasi mi sentii fuori posto. Ma alla fine Antonella Morreale, affettuosamente, mi costrinse a fare una foto con loro tutte donne. Ma ebbi un tuffo al cuore quando lei e suo marito Tebaldo mi invitarono ad andare a mangiare la pizza Favara alla fontana del drago! Cacchio!! Proprio l’ultimo posto dove io volessi andare! Ma nessuno conosceva il mio dramma…infatti mia sorella Maurizia, il giorno di pasqua di 32 anni fa, moriva a 21 anni, investita da un’auto assassina proprio alla fontana del drago! Comunque incoraggiato da mia moglie, mi feci forza ed andai a mangiare la pizza Favara proprio li. Maledetta legge quantistica con i miei pensieri che hanno influenzato la realtà! Comunque abbiamo passato una bella serata, con il sottoscritto che affabulava gli astanti, con racconti favaresi e di san Calò. Accanto a me c’era Antonella Morreale e di fronte Antonella Vinciguerra, quest’ultima mi racconto’ che insegnava alla scuola elementare di Monreale, che aveva scritto e pubblicato già due romanzi “Fimmini e germogli di porpora” e simpaticamente mi disse, che alla fine del convivio se la seguivo a casa sua, mi avrebbe fatto dono dei suoi due romanzi. Cosi ho ricevuto “Fimmini e germogli di porpora”…Tralascio per ora “tre rintocchi di follia” di Antonella Morreale, un dramma strepitoso sulla famiglia Pirandello, che ho visto con grande emozione al teatro san Francesco di Favara. Invece oggi mi vorrei soffermare sul romanzo “germogli di porpora” di Antonella Vinciguerra, perchè mi ha sorpreso e sollevato notevoli risonanze emotive! Un romanzo che se fosse firmato Andrea Camilleri, non farebbe una grinza. Infatti la scrittura scorrevole, intercalata da parole in dialetto favarese e siciliano, con la descrizione di un paesaggio tipicamente Agrigentino, mi ricorda il grande scrittore empedoclino.
Germogli di porpora per me è un grande romanzo che tratta diversi temi. Innanzitutto il tema del dolore che si estrinseca attraverso la storia parallela di due bambini strappati ai genitori.
Poi il tragico tema della mafia. Un intrigante trhiller psicologico e filosofico tra bene e male. Insomma la bellissima e intelligente Antonella Vinciguerra, con la sua fantasia, la sua scrittura scorrevole e talvolta dialetticamente “nturciuniata” è sulla rampa di lancio per fare boom! Infatti la vedrei molto bene come sicura vincitrice del premio “Buttitta” di Favara.