La morte di Francesco Renda è arrivata in prossimità della celebrazione, il 15 maggio, della festa dell'autonomia siciliana, come paradigma dell'affievolirsi delle speranze che l'autonomia della regione ha generato per la popolazione siciliana.
Lo statuto siciliano come patto con lo Stato nazionale, che con esso riconosceva l' antica aspirazione del nostro popolo all'autogoverno, rispondeva alle aspirazioni delle classi lavoratrici di accesso alle opportunità di miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro.
Anche quest'anno la celebrazione della autonomia registra in Sicilia la rinuncia alla ricerca di un lavoro di uomini e donne pur nella disperazione economica. La fuga di intelligenze con titoli accademici verso altri paesi, che ci impoveriscono e allontanano una ripresa di sviluppo come dimostrano ormai tutti gli studi dei centri qualificati di ricerca.
Renda, dirigente sindacale, ha lottato contro l'incivile impiego dei "carusi" nelle miniere isolane e contribuito ad accendere una speranza tradotta in una mobilità delle classi subalterne verso posizioni più alte nella scala sociale qui in Sicilia. Oggi che i sindacati godono di una legislazione favorevole in tutto il Paese, e in Sicilia assistono alla chiusura della FIAT di Termini Imerese, il cui insediamento ha modificato l'antica economia dell' agricoltura della zona, per lasciarla dopo generosi aiuti pubblici, nella disperazione della miseria territoriale.
L' uso distorto delle risorse e una classe politica sempre meno lungimirante, ha reso antieconomico il territorio della Sicilia per mancanza di infrastrutture, dopo essersi fatta sottrarre persino le insufficienti tratte ferroviarie. Cosi la terra dei fasci siciliani che sconfisse il feudale latifondo, oggi registra incapacità di reagire al degrado della qualità della vita e si affida ad un movimento virtuale che dal web vuole rappresentare i bisogni di un popolo con cui non parla, ma da cui ha preso tanti voti, nell' anno in cui tramonta con l'autonomia, la stessa politica , cioè l'unico modo per ricominciare a sperare.