Due ambiziosi progetti per la città di Favara, elaborati dall’Università di Palermo, saranno proposti nell’ambito del Festival dell’architettura, promosso da Farm Cultural Park, che si terrà a Favara il prossimo 21 marzo.
A darne notizia, a sorpresa, è stato l’ideatore dei progetti, il Prof. Maurizio Carta, Senatore accademico, docente di progettazione urbanistica e pianificazione territoriale all’università di Palermo, sostenitore ed amico di Farm Cultural Park. Il Professore Carta rappresenta spesso l’Università di Palermo all’estero, sempre in viaggio in giro per il mondo, capita spesso, però, di incontrarlo per vie del centro storico favarese, a passeggio da solo o in compagnia dei suoi allievi del corso di progettazione.
“Fare di Favara una comunità resiliente- a parlare è il professore Carta, direttore del CreativeCity ideatore del progetto- è lo scopo che si prefigge il progetto Resilient Favara. All’interno dell’Open Plaza Program- continua il professore Maurizio Carta- gli studenti e i tutor del Laboratorio di Pianificazione Territoriale 2 della Laurea Magistrale in PTUA proporranno idee e progetti concreti per incrementare la resilienza di Favara, estendendo la presenza del suo potente paesaggio vegetale all’interno del tessuto urbano, usando la natura come dispositivo energetico, riciclando edifici e spazi dismessi attraverso la nuova alleanza tra cultura e natura, tra economia e ecologia.
Le proposte conterranno anche le norme, le politiche e le risorse necessarie per raggiungere gli obiettivi e valuteranno l’impatto sui principali parametri di resilienza urbana.
Trasformeremo Favara in una città in cui umano, minerale, vegetale e animale conviveranno in un nuovo metabolismo urbano capace di adattarsi al cambiamento climatico e a contribuire a mitigarlo. La resilienza sarà la spinta propulsiva che farà entrare Favara nel Neoantropocene, proponendola come una città pilota capace di prosperare nell’era dell’adattamento climatico.
Fare di Favara una comunità resiliente- conclude il Senatore accademico -significa lavorare nell’intersezione tra habitat, ambiente e nuova economia, significa far dialogare nuovo modello di sviluppo e nuovi modi dell’abitare nel rispetto della sostenibilità ecologica. Un nuovo mondo è possibile e Favara Resiliente vuole mostrarlo in anteprima!”
Kintsugi Favara è il nome dell’altro progetto su cui sta lavorando il Professore Carta con il laboratorio di ricerca-azione Augmented City Lab dell’Università di Palermo che dirige. Rigenerare il tessuto frammentato della città, questa la mission del progetto. Il lavoro consiste nel ricomporre le tessere del tessuto ancora lacerato, connettendo la potenza creativa di Farm con la bellezza antica di Favara.
“Il progetto- spiega il professore Carta- fa parte di un lungo e costante rapporto di collaborazione tra il Comune di Favara, Farm Cultural Park e il Dipartimento di Architettura dell’Università di Palermo che ha già visto numerose iniziative comuni di progettazione urbanistica, di partecipazione e di disseminazione.
Saranno presentate e discusse con la comunità favarese e l’estesa comunità internazionale degli architetti, urbanisti, designer, innovatori e artisti che frequenterà il Festival alcune proposte di progetti-interfaccia tra le diverse parti della città che hanno iniziato con successo un percorso di rigenerazione puntuale e che oggi pretendono una visione di sistema che deve arricchire il PRG in corso di redazione. Presenteremo-continua l’ideatore del progetto- sguardi locali e internazionali, proposte a bassa intensità finanziaria e altre più ambiziose nello spirito di città aumentata che Favara sta sempre di più interpretando. Kintsugi Favara è una iniziativa che stimolerà, amplificherà e consoliderà le azioni di SPAB (Società per Azioni Buone) mettendo a sistema i luoghi coinvolti, facendo rete delle persone attive, potenziano gli effetti prodotti. Una città che si è rotta, che ha subito i contraccolpi dello spopolamento delle aree interne siciliane, che è composta di cocci di diversa natura non può essere rammendata in maniera acritica, con forme neutrali, ma va ricomposta, riplasmata, riconfigurata e trasformata in una nuova città che conservi le memorie del suo passato ma che si proietti in un futuro nuovo a partire dal suo diverso presente.
Cultura e creatività- conclude il professore- saranno il materiale prezioso che rigenererà la città insieme alla straordinaria forza coesiva delle donne e degli uomini di Favara, il vero “oro” di questa comunità che non si arrende perché possiede l’F Factor, il fattore Favara che Andrea Bartoli e Florinda Saieva sono stati capaci di scoprire e far conoscere al mondo”.