Lo Spazio Temenos, ieri sera, è stato teatro dell’evento “L’istante presente” organizzato dalla Samot Onlus.
L’ ex Chiesa S. Pietro, settecentesco monumento storico di grande bellezza, sito nel centro storico di Agrigento, ieri sera ha accolto l’evento “L’istante presente” a cura della Samot Onlus.
La società si occupa di fornire assistenza e supporto ai malati e alle loro famiglie in un approccio globale ai bisogni degli uni e delle altre. Come specificato, in apertura, dalla dottoressa Lina Miccichè la Samot si è voluta offrire alla cittadinanza in una forma inedita al fine di suggerire e stimolare la riflessione su temi su cui ci si confronta ogni giorno. Sono intervenuti, unitamente al primo cittadino Lillo Firetto, il dr. Carmelo Pullara, deputato regionale e dirigente dell’Asp di Agrigento, struttura cui rivolgersi per accedere al servizio, il dr. Geraldo Alongi, direttore dell’Unità operativa Hospice nonché la dott.ssa Piccione. Tutti hanno sottolineato l’importanza di una vera e propria “cultura delle cure palliative”. Si è dato, indi, inizio allo spettacolo.
La serata si è dipanata attraverso tre momenti diversi legati da un fil rouge, un filo conduttore costituito da una voce narrante. Il primo momento è stato affidato alla maestria dell’eclettico artista favarese Gino Sorce che si è esibito in un suggestivo spettacolo di sand Art, a seguire l’associazione “Zerok con l’opera” Nella bolla” che la visto la performance dell’attore Paolo Bruini impreziosita dalla danzatrice Francesca Bacchelli e dell’esecuzione musicale di Roberto Andreoli e Daniela Bertacchini. A conclusione, una piccola piece teatrale dal titolo: “Quindi… viva la vita” di con Annamaria Tedesco e Giusy Carreca. Tutti e tre i diversificati momenti sono stati apprezzati dal numerosissimo pubblico che ha tappezzato anche le pareti della splendida location. Particolarmente suggestivo, tuttavia, lo spettacolo di sand Art ad opera del poliedrico artista Gino Sorce, delicato frame interpretativo della realtà. Le sue mani, come una clessidra, hanno lasciato scorrere sapientemente i granelli di sabbia che, toccando il tavolo luminoso, hanno materializzato, sul maxischermo, delle scene che si sono sovrapposte l’una all’altra in un eloquente incedere scadenzato da una base musicale. Lo scorrere della sabbia, che da sempre è metafora dello scorrere del tempo, ha raccontato, con una delicatezza straordinaria, una cruda storia di vita.
La sua grande maestria e la sua profonda sensibilità hanno permesso all’artista Sorce di affrontare, con notevole discrezione, difficili tematiche come quelle della malattia, dell’importanza delle cure e del valido supporto di personale specializzato.
Gino, ha presentato, come in un film,
Il concepimento di un bimbo, gioia immensa per i genitori, la sua crescita “sana”, le gioiose feste di compleanno e poi, ad un tratto, come fulmine al ciel sereno, un evento che scompagina le carte cambiando il gioco: la malattia e la disperazione, l’abbattimento, la prostrazione, lo sconforto della famiglia. Questa, però, non è lasciata da sola, a sostenerla infatti, accorrono gli specialisti della Samot, veri e propri angeli, pronti ad offrire loro il sostegno necessario per affrontare gli ostacoli che la vita ci pone davanti. Nella chiesa sconsacrata, un silenzio “religioso” ha accompagnato, in modo quasi irreale, l’esibizione del Sorce. Gli occhi dei presenti, fissi sullo schermo, attenti e stupefatti, hanno accompagnato ogni scena. È stato impossibile, per molti, non commuoversi: tanti i volti rigati e gli occhi velati dalle lacrime. Scroscianti e meritatissimi gli applausi tributati all’artista non solo a fine esibizione, ma anche al termine della serata quando gli spettatori si sono letteralmente spellate le mani per applaudirlo levandosi in piedi in un interminabile e meritatissima standing ovation.
Sicuramente uno straordinario ed efficace modo, quella della Samot, di sensibilizzare su temi così pregnanti e, pertanto, speriamo che l’evento sia il primo di una lunga serie.