Giuseppe Maurizio Piscopo
” Non sarò mai stanco di tentare di cambiare le cose”.
Michele Amenta si è laureato in medicina e chirurgia presso l’Università di Catania nel 1997 con 110 e lode. E’ dirigente medico presso il reparto di Urologia dell’Ospedale di Isola della Scala (Vr). Ha iniziato ad occuparsi di Laparoscopia Urologica, Oncologica e Funzionale nel 2002 divenendo allievo del Dott. Gaetano Grosso con il quale ha collaborato fino al 2007. Ha studiato in Italia e all’Estero. E’ socio ordinario della Società italiana di Urologia (SIU) e dell’Associazione Urologi Italiani (AURO.IT).
Autore di oltre 100 comunicazioni a congressi nazionali, 50 partecipazioni a congressi nazionali e internazionali. Ha effettuato oltre 2000 interventi di chirurgia oncologica. E’ un grande chirurgo con una grande passione per la medicina e per il volontariato.
Come mai lei nella vita ha scelto di fare il medico, da che cosa e quando nasce questa scelta?
Direi che non ho scelto io di fare il medico ma che la medicina e la chirurgia hanno scelto me.
Sono figlio e nipote di medici. Mio padre Armando era uno dei tre ginecologi in servizio prima presso l’ospedale Vittorio Emanuele e poi S.Elia di Caltanissetta negli anni 70 e 80.
Mia madre era invece Tecnico di laboratorio negli stessi anni prima all’INAM poi all’ASL di Caltanissetta. Ho trascorso la mia infanzia tra microscopi alambicchi e stetoscopi.
Era inevitabile..
Perchè un medico di Caltanissetta si trasferisce nel Veneto?
Mi sono laureato a 24 anni e specializzato a 30 all’Università di Catania.
La Sicilia era ed è 20 anni indietro rispetto al Nord Italia per quel che riguarda le conoscenze e le tecnologie medico-chirurgiche.
Non basta essere un buon teorico, un medico preparato, coscienzioso, aggiornato.
Servono gli strumenti.
Sarebbe come chiedere al campione del mondo di F1 di correre con un utilitaria…
Come si sente un siciliano che si allontana per sempre dalla Sicilia?
“Nè carne nè pesce”. Quotidianamente.
Concorro ogni giorno al progresso medico e sociale della città che mi ha accolto, della regione che mi ha ospitato. In cambio ho ottenuto trasparenza, meritocrazia, diritto.
Nemo profeta in patria..
Quali sono i limiti della medicina contemporanea?
La medicina e la chirurgia sono sempre meno scienze inesatte. Tanto rimane da fare nel campo della prevenzione e della diagnosi precoce.
La salute è un diritto a cui ogni cittadino deve poter aspirare.
Ad ogni diritto deve corrispondere però un preciso dovere a tutti i livelli.
Qual è invece il limite di un medico?
Ogni medico dovrebbe capire quando è il momento di fermarsi, non tentare piu di curare ma limitarsi a lenire.
Il vero limite di ogni uomo medico o no è credersi onnipotente.
In medicina ci sono molte branche: lei ha scelto urologia. Perchè questa scelta?
L’urologia tratta le patologie chirurgiche dell’apparato urinario maschile e femminile e dell’apparato genitale maschile.
E’ una branca chirurgica completa che utilizza tecniche tradizionali, endoscopiche e mini invasive.
Le patologie che tratto sono prevalentemente oncologiche: i tumori della prostata, del rene e della vescica, ma anche moltissime patologie benigne, funzionali a carico degli stessi organi.
Ho scelto semplicemente di fare il chirurgo.
C’è mai stato un momento in cui lei si è sentito stanco e deluso da questo lavoro?
Sono deluso quando un mio paziente non ce la fa.
Sono deluso quando il politicante di turno non mi dà la possibilità di fare il mio lavoro.
Sono deluso quando chi potrebbe cambiare il sistema preferisce interpellare illustri economisti, tecnici, diplomati vari e non chi è in trincea tutti i santi giorni.
Stanco mai. Non sarò mai stanco di tentare di cambiare le cose.
Come vive quando è fuori dall’ospedale?
Cerco di dedicarmi totalmente alla mia famiglia, anche se gli impegni istituzionali Extraospedalieri sono sempre di più, compreso un impegno di volontariato in Africa in Guinea, Bissau, dove andrò a breve per istruire il personale sanitario locale.
Medicina e alimentazione. Cosa può consigliare ai lettori di questo libro, per vivere più sani?
Non ho dubbi: dieta mediterranea, attività fisica e desideri e sogni sempre vivi.
Quali sono le sue passioni?
La chirurgia, la chirurgia e la chirurgia (possibilmente mini-invasiva).
Ha mai letto il libro di Luigi Pirandello dal titolo: “Il dovere del medico”? Che ne pensa?
Penso che il limite tra le cure e quello che gli inglesi chiamano “overtreatment” sia sempre più sottile. Credo nell’autodeterminazione di ogni individuo che dovrebbe sempre avere la possibilità di scegliere se essere curato o meno.
Bisognerebbe rivedere l’art 54 del codice penale…
Qual è la sua opinione sugli scrittori siciliani?
Il mio preferito è Vitaliano Brancati la sua Nataca è ancora lì immutata, bella, eterna.
Sono stati in passato i veri rivoluzionari.
Dovrebbero ancora mettere mano alla penna e scuotere il popolo da anni di torpore…
Dove trascorrerà le vacanze?
Non In Sicilia. Troppo dolore a vederne le ferite aperte, le lacerazioni e gli avvoltoi che se ne nutrono.
Tra le montagne, a respirare, ad ascoltarne il silenzio.
Le manca la Sicilia? In particolare cosa le manca?
Mi mancano gli odori della Sicilia e i suoi colori. Indelebili.
I suoi tempi diradati, all’infinito.
Il sentore che mai nulla è perduto.
Come sono i suoi rapporti con gli altri medici del nord?
Premesso che in buona parte sono siciliani come me. Diversamente settentrionali come me.
Ho ottimi rapporti con la sparuta minoranza di medici nordici autoctoni. La medicina per fortuna da queste parti parla una lingua universabile.
Non opinabile come al sud..
Quali sono i suoi progetti per il futuro?
Ritornare al Sud. In Sicilia, ma non dipenderà neppure stavolta da me.