“Certo che gli Agrigentini siamo strani: di certi fenomeni sembriamo non accorgerci mai, ma poi quando vengono alla “ribalta nazionale” (vuoi per fatti di mafia, o per la “104” o, adesso, per questa storia dei “gettoni di presenza”) tutti (o quasi) a gridare vergogna ad invocare provvedimenti.
In quel servizio di “Ballarò” di ieri sera, a “fare male” sono tante cose, troppe quelle che dovrebbero far vergognare: non solo la povertà politico-culturale di certi “rappresentanti del popolo” e la protervia con cui “arraffano l’arraffabile” (se il tetto delle commissioni era di 4000 euro mensili, avrebbero fatto anche 4000 commissioni!) , ma l’immagine di povertà complessiva della città: quelle opere pubbliche incompiute; il degrado delle periferie non illuminate; l’incuria di spazi pubblici e la qualità delle opere pubbliche (cemento depotenziato ovunque!); la povertà dei tanti che non arrivano ad avere le risorse per il loro sostentamento.
Unica cosa di cui andare orgogliosi è la voglia di pulizia e di denuncia di pochi e l’impegno civile concreto di realtà come i “volontari di strada”.
Ma a chi in questi anni, in questa Città, ha denunciato il degrado e l’immobilismo, lanciato allarmi ed inviti accorati, dato fiato alle proteste, non può restare l’amaro in bocca, la sensazione dell’impotenza di fronte alla potenza ed alla forza di quelle immagini e della capacità che hanno di creare indignazione.
Poi, come già è avvenuto nel passato, qualcuno riuscirà meglio di altri a “cavalcarla” questa indignazione e a fargli produrre voti, consensi, per poi produrre il vuoto amministrativo, l’incapacità di affrontare e risolvere i problemi.
Per questo, insieme alla CISL, dopo le dimissioni del Sindaco Zambuto, sostenemmo che era meglio per questa Città, una “tregua”, la necessità di una “consiliatura” in grado di mettere insieme le energie migliori di questa Città, trasversale a tutte le forze politiche e ai movimenti, in grado di operare quel necessario risanamento politico, economico e di sviluppo, in grado di fare uscire Agrigento dalla sua crisi e dalla paralisi.
Nessuno (o quasi) raccolse quell’invito e ci si avvia all’ennesima campagna elettorale in un clima di confusione, con alleanze anomale e con l’affacciarsi dei populismi di tutte le specie pronti a toccare tutte le corde di questo degrado sociale e politico.
La CGIL chiede che si faccia la massima chiarezza su quanto avvenuto e si augura che i Partiti abbiano il coraggio di non ricandidare chi ha fatto un uso spregiudicato delle Istituzioni; mettendo fuori dalle liste chi ha scambiato gli scranni del palazzo comunale come una sorta di occupazione o di integrazione del reddito.
Chi, in un contesto così imbarazzante ed indifendibile , ritiene di aver operato bene abbia il coraggio di uscire allo scoperto e di fornire elementi per operare una parziale correzione del giudizio.
Altrimenti, il giudizio non potrà che essere, per tutti uno solo: liberate questa Città dalla vostra mediocrità, la “più bella città dei mortali” non merita una classe politica dirigente così scadente!
La politica torni ad essere servizio, voglia di occuparsi della “polis” senza contropartite di tipo economico: non è possibile che vi sia chi usa i proprio “buoni pasto” per i poveri – come ricordava lodevolmente la “volontaria di strada” – e chi si inventa le riunioni per accaparrarsi un “gettone di presenza”, tutto questo non è più tollerabile!
1 commento
Tanto siamo cosi coglioni che li rivoteremo